e quando mai le mani cercano la prigionia
e noi scriviamo
-Liberami- su un edificio.
Si vive all'ombra di un desiderio
insano e sbagliato perchè giochiamo
a carte con il coraggio.
Poi si chiede l'insulto per divenire
vittima consapevole e contrastante
di eventi già scontati a metà prezzo
e l'occhio richiama la canzone allo sbaraglio
di nuvole sciolte in volto.
Mi chiedo di queste mani
spinte contro un seno
a forza di voglie balorde,
lingue che percorrono paesi straziati
da una giustizia in via d'estinzione
e piccoli roghi persi,
sbraitati in sere malconce.
Un bicchiere di vino
si trasforma in amplesso
e la polvere soffia posteriori in pizzo.
La vanità svenduta al primo passante
la rasatura divina
prendere a sassate il telegiornale,
sputare la lezione ed ingerire i frutti
di un parto troppo
acerbo.
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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