Undici novembre

Sarai tu
la luce dello shrapnel che s'infrange sull'elmetto
e divora ogni paura mai tradita in questa voce,
sollevati nudo, brother in arms che m'accompagni oltre
il fucsia dell'orrore, sibilare dietro le mie spalle
Fiandre annegate di silenzio e papaveri, il massacro
farà i giorni fertili dai solchi di sassi e Maxim.
Frater che ti levi così poco sopra alle spighe, adesso
che le gambe con le mani raccogli, hai pianto con me
la coda d’agosto, bagnato il collo dell'ultima conquista,
questa distesa crudele, forse ragazza irraggiungibile,
forse sterile novilunio che ancora spiegarsi non sa
come con gli occhi già chiusi tu veda i figli giocare
nel verde del giardino, fuori dal sagrato, ventre vostro,
nelle orecchie rintocco di campane a morto.
Tenente, il sangue tuo dentro alle mie vene.

B E N V E N U T O!!!!!!

sono motlo contenta tu abbia deciso di fare un giretto .


Allora passando al testo, lo trovo abbastanza complesso e corposo, e questo non rende facile la lettura. Tre volte a me non sono bastate per coglierne appieno il significato. Mi sa che ci vuole un aiutino...

Caro Skorpio, anche da parte mia, spero vorrai sostare tra le rime a lungo, insieme a noi con le tue bellissime poesie
un abbraccio
mire

Mattia carissimo, averti qui è veramente un onore!
Per quel che mi riguarda, tu sei fra i miei autori preferiti del web(non siete molti) e sono veramente contento di condividere anche in questo spazio le nostre "cose".

La poesia. Ho avuto modo di apprezzarla altrove e dovrei ripetermi ma non posso; ti dico solamente che confermo la sensazione di solennità che mi da. La guerra è la più stupida ed idiota invenzione degli uomini e quel numero, quella data che ricordi attraverso il titolo
mi rievoca un -tiriamo le somme- ed il risultato è milioni di morti per niente.

Grazie Mattia per la tua presenza, ci arricchisce parecchio e spero che ti fermerai un bel pò con noi.

te abbraccio

Sebastiano