Grazie doppio e triplo a voi,
mie muse bypassanti ...
Ho scelto questa mia,
come prima, un po' per esorcizzare la fatica per l'iter
d'entrata e un pò per suggerire (...), le tematiche a cui allude,
essendo stata estrapolata, da una silloge abbastanza articolata intitolata: NONluogo A procedere, in cui tento di trattare,
lo straniamento la perdità d'identità e le nuove alienazioni in cui vive l'uomo/donna in questa epoca cosiddetta post-moderna ...
Quindi in parte avete colto i segnali,
(non ho intenzione di anticipare qui le prossime "mosse" e le eventuali conseguenti chiacchiere dialettiche)ma cmq vedo, che tendete
al contrario mio,a dare una visione positiva, sul gioco delle maschere
e delle identità multiple che avviene ed attiene nel virtuale:
beh non c'è dialettica senza negazione dell'affermazione ...
quindi ne vedremo delle belle ...
Per me una cosa è Pessoa ed un altro un'incontrollabile smile (che non uso)dietro cui a volte si cela il raggiro e l'omologazione, ma più delle volte una creatività luminosa di pixel che nasconde solitudine e acorporalità e allora il nome non più sinonimo e sigificante di "cose" ma solo un simulacro:
ah come t'adoro innominata e polivalente post-modernità
a cavallo di turbo/pc nel mare infinito della rete:
non sai proprio quanto
e chi se frega se la piazza sta diventando a poco a poco
il luogo dove innalzeranno di nuovo la forca (tecnologicamente evoluta e gadgettata s'intende!)...
Cià
guagliò
RA
PS
mi direte:
se la pensi così
che ci stai fare(sulla rete)?
Spiego alcuni perchè:
1) Se vado in piazza da solo mi fanno il c.
o magari sperimentano la forca su di me ...
2) Io penso, scrivo, propongo e provoco: scusate
ma non è questo uno dei modi d'essere e fare di un poetando?
3) e mica sono fesso: se non frequentassi la rete quando mai
delle belle figliole m'inviterebbero a casa loro?!!!
eccetera eccetera ...
a ricià e scusate se me la canto e me la suono!
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD