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02/12/2009 18:51 | |
Dialogo tra due amanti. (Tutto ciò che manca nella sceneggiatura è volutamente sottinteso.)
Lei è distesa sul divano, sembra assente, un pò scoraggiata ma lui sa che non è così perché lei, più s'imbroglia
e più rafforza i collanti del loro rapporto. La presenza di un forte sentimento impregnato di passione apparentemente
underground, emerge fin dai primi sguardi e lui non frena questo suo scivolare verso il desiderio, anzi...
lei - è la stessa paura che mira
a riempire le gambe, mi vuoi
e muoio in ogni sosta che non paga
nei contorni del vuoto, poi
m'imbroglio e cemento
aria e coraggio
lui - Compro un dissolvente
minimarket di nebulose
e dal controsoffitto
lascio cadere alcuni sospiri
Rieccoti senza paure
fonderti nelle mani
come gli orologi di Dalì
al pianoterra
Si riscalda l'aria di parole ed il desiderio di essere due-unasolacosa-due prende forma attraverso il piccolo mondo
della stanza che li contiene, ma non del tutto...
lei - prendimi alla presenza di dischi
un pò fuori moda, accompagnami
nelle strategie inedite di noi
non conosco altari senza preghiera
e mi strazia il respiro di un baco
sulla schiena, nè seta, nè orgoglio
solo cerchi che si intrecciano di
fumo e una stanza al velluto, sono
precipizio e tu il mio vuoto
lui - Ti prenderò
sull'altare della betulla
e nella trama del bosco canterino
Ti respirerò nelle braccia inedite
delle girandole di maggio,
lente, lente come i tuoi si
Saranno lini e sete
ai bordi delle labbra
quando l'abisso pieno
mi riempirà di te
La fuga dal reale che li circonda incolla gli ultimi frammenti in una scena che parte e ritorna nelle loro menti ora conformate
al resto dell'astratto che non pone nessun veto al lasciarsi andare. Loro si amano e non lo sanno interamente in che misura.
lei - ritornerà quel fragore lasciato
già da tempo e mi racconterò nei
fasci che tendono sul tuo collo
e di quarzi e fiumi sceglierò
l'istante, mentirai sul mio
seno aspergendo le fragranze
spoglierò i fiori, raggiungerò
quei bagliori fino all'oriente
solo a liberare l'ultimo respiro
lui - ed io lascerò che arrivi
quel soffio di genziane
a sanare ogni ferita
Raccoglieremo le oblique spine
liberando i desideri
e la carne germoglierà nella carne
ai margini del tuo respiro
sulla linea del fuoco
attorno alle labbra
prede della bocca
e geometrie armoniche
lungo le gambe ritmiche
Lontani dall'assenza
mentirò sul tuo seno, si
ma d'amore
Adesso l'ordine è ristabilito, lei quella di sempre che si rinnova attimo per attimo e lui che afferra quel suo risommarsi continuo
per rifiorire senza attendere la primavera.
lei - e d'amore avremo le stagioni
le notti macchiate dai candori
e poi sogni e canzoni dalla
nenia sempre uguale
vestiremo le maniglie di uno
sguardo circostritto al neo
che regna negli occhi, i nostri
sempre dischiusi al domani
lui - e nel pudore di un nudo sorriso
affogheremo gli ultimi graffi
per quel dopo che ci vedrà
avvolti in un respiro
e lampi di fragoroso abbraccio.
Spezziamo allora tutte le cime
ed innestiamo di noi il cielo…
che sia serpente e manto
amore mio…
Amore mio, ecco pronunciata la parola magica. Forte sospiro di lei. Lui la abbraccia forte. Buio. Sipario. |
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02/12/2009 21:03 | |
io ho i brividi a rileggerla... cioè siamo davvero noi?
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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02/12/2009 21:14 | |
Impalpabili nella vostra sensualità. Una vera potenza.
Bravissimi!!!
Leda
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