non cambiare l’acqua a quei fiori
non fare ombra ai davanzali
facciamoli avvizzire
facciamoli marcire
la putrescenza del verde mi farà vomitare
diamo via l’anima per pochi soldi
leviamo l’ancora dai boccaporti
ristagna l’onda, l’immobile sonda
ritorno di fionda
l’immobilità non si addice ai fluidi più densi
mi pensi, forse mi pensi
o forse ti perdi, mi perdo a mia volta
stravolta. stavolta sotto coperta
risucchiami l’aria
quel poco che resta
chi desta il confine tra il buio
e la fine scatena l’Osceno
tu scemo, io scendo soltanto le scale
e fa male, fa male
chiedersi ora cos’è questo puzzo
il solito pozzo imbottito d’amianto
uno schianto, un rimpianto
volevo vivere, ho riso soltanto.