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Marta ha preso un libro

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2010 20:16
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Post: 423
08/02/2010 12:09
 
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Marta ha preso un libro
-era l’ultimo all’edicola, è fortunata Marta -
parla di storie di mani contadine, parla di riflussi
e negazioni, rughe avvolte in carta grezza e figli morti
di sifilide
Mi racconta, Marta, delle prospettive usurate in lento scorrere
della protagonista con deodorante fumo di castagno
e pane tra le dita,
del persistente odore d’orzo la mattina, del miele di carrubo e
i suoi antibiotici. Strani i concetti del “servire” confuso dono
matriarcale che alza lo sgabello del maschio seminante
a ruolo di monarca, corona in plastica e posto a capotavola.
Salta il mistero mariano -ci tornerà più tardi- racchiuso nell’icona
ma sparso dappertutto come talco o semi di basilico novello.

Gira la ruota e gira la sostanza dell’effimero riguardo,
settant’anni nello schiocco delle dita, dalla romana frusta all’obice,
dall’omeopata al cobalto, rimane il seme miracolo immutato.
“È veramente un discorso nobile quello che dice:
“Ciò che la vita promette a noi, sia la promessa che noi onoriamo alla vita!””
( Friedrich Nietzsche)
Ed è li che s’imbocca la distanza. nella promessa per scarsa visuale:
oltre la siepe non c’importa!
Marta lo sa e salta sulle cime senza curarsi del sangue sotto l’ unghia




S
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Post: 96
12/02/2010 21:00
 
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ora... dico io... cosa si può dire di una musica che canta, libera da ogni forma costrittiva????????????????????? [SM=g8336]

SEI UN DIABOLICO POETA!!! [SM=g8166] [SM=g8166] [SM=g8166]

le immagini, i concetti, i suoni... SVELAMI IL SEGRETO!!!!!!

E' UN INCANTO!!! [SM=g11405]
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Post: 423
13/02/2010 00:45
 
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Ginevrazza, ma dai!

Ok mi hai convinto domenica ti svelerò il segreto. Parleremo di Pasolini


Grazie per l'incanto

a prestissimo


S
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Post: 798
14/02/2010 10:23
 
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sai Seb, a volte ci sono poesie come questa che ho bisogno di portarmele dentro per giorni, perché mi toccano l'anima, come Marta ho bisogno di respirare ancora storie, i profumi di terra, di sudore, di cose vere, di tradizioni antiche, di donne che, come alberi portano, i segni della vita, sul corpo, nelle mani e nei capelli, negli occhi, il mondo...

si parliamone, mi piacerebbe sapere di più di questa meraviglia
[SM=g8362]
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Post: 1.681
15/02/2010 10:55
 
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già...
l'ho letta un sacco di volte, senza saper dire nulla...
ma seb, perchè non parli di Pasolini anche a noi?! [SM=g8110]

baciazzo!

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
robertadaquino.wordpress.com



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Post: 1.652
17/02/2010 11:34
 
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è sicuramente un testo interessante, dico testo perchè, a mio parere, si tratta di prosa seppur molto delicata e sensibile.
Ci sono riferimenti alla storia contemporenea, tempi di guerra, miseria e malattie. Tempi di dolore, quelle ferite impresse nell'immaginario comune così difficile da estirpare. Marta, nome importante nella storia della Bibbia, sorella di Lazzaro e di Maria, molto attiva nelle faccende domestiche mentre sua sorella era in ascolto di Gesù. Chiaramente questo è un mio paragone, se vuoi una base di discussione futura.

In realtà sarebbe interessante capire la genesi di questo testo, magari ci aiuterebbe ad assaporarlo, perchè sicuramente ha molto da dire. Io, in alcuni punti lo trovo troppo carico, sono sempre propensa ad alleggerire la forma, ma non mi espongo, aspetto tue informazioni al riguardo.



"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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Post: 423
17/02/2010 22:29
 
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Re:
Ecat Mel, 14/02/2010 10.23:

sai Seb, a volte ci sono poesie come questa che ho bisogno di portarmele dentro per giorni, perché mi toccano l'anima, come Marta ho bisogno di respirare ancora storie, i profumi di terra, di sudore, di cose vere, di tradizioni antiche, di donne che, come alberi portano, i segni della vita, sul corpo, nelle mani e nei capelli, negli occhi, il mondo...

si parliamone, mi piacerebbe sapere di più di questa meraviglia
[SM=g8362]





Penso mia cara che è nelle possibilità interpretative che offre il testo (come lo chiama la Francescaccia)
il motivo che si ha di tirarselo dietro per giorni. A volte mi succede di trovare in una poesia, diverse chiavi
di lettura anche in conflitto tra loro, per cui, in attesa di chiarezza e riconciliazione non mi esprimo.
Marta è una donna attiva, forte, con infinite curiosità, forse perché per secoli ha subito un ruolo subalterno,
forse perché altri soggetti-oggetti l’hanno distratta e allontanata da quella fonte che ora per lei si rivela vita
o entrambi le cose.
Col suo bel libro, Marta scopre la volubile avidità dell’uomo e l’immutabilità(per quanto si adatti, secondo Darwin)
della natura (rimane il seme miracolo immutato). Ora Marta lo sa, e corre alla ricerca di una possibile o probabile
verità o, per lo meno, di un meno imperfetto possibile.
Non c’è una precisa fonte d’ispirazione ma letture di personaggi come Sibilla Aleramo, che per me rappresenta una
specie di “nuova genìa” nell’universo al femminile, mi invogliano a riflettere su quello che è il vero ruolo della donna
e non in questa società, ma in tutte le società che abbiamo attraversato. Quando ho parlato con Marta (nell’idea platonica ovviamente) ho visto la luce della “felicità d’essere finalmente”, quel sentirsi liberi almeno nella mente, nel pensiero.
Poi c’è Pasolini ma di questo ne parliamo dopo,


Ti abbraccio


Sebastiano



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Post: 423
17/02/2010 22:32
 
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Re:
Maredinotte, 15/02/2010 10.55:

già...
l'ho letta un sacco di volte, senza saper dire nulla...
ma seb, perchè non parli di Pasolini anche a noi?! [SM=g8110]

baciazzo!






Come ho già detto a Mirella, questo accade!
Ovviamente mi fa piacere perché vuol dire che in un modo o nell’altro
il testo ha dato un effetto.
Il discorso Pasolini, dolce Mare, riguarda non solo la forma ma la libertà espressiva.
Quando nel lontano ‘73 lessi “la nuova poesia in forma di rosa” in qualche modo mi sconvolse. Non ero abituato
a quelle letture, al massimo mi spingevo a Gozzano (senza nulla togliere al maestro, naturalmente)
Pasolini, che conoscevo come regista di quelle complesse sceneggiature quali Teorema, Porcile, Medea ecc.
ma non come poeta, in un certo qual modo mi cambiò, mi fece intendere cosa significa l’informale, la libertà d’espressione ma, soprattutto che si può far poesia in ogni modo e su qualsiasi tema. Nella Poesia in forma di rosa, dove già usa una struttura singolare, il linguaggio si muove libero in uno spazio senza costrizioni di nessun genere ma che lui, con la sua grande ironia, “costringe” in una forma romboidale, quasi a dire: -sono io che guido la forma e non la forma a guidare me -
Da li mi spostai verso autori che oggi comprendo altrettanto complessi come Lorca, Darìo, Majakovskij, Esenin, Pavese,
e da li ho assorbito l’idea di poesia. Ma tutto parti dalla genialità di Pasolini, uno degli autori più versatili e discussi del 900 che seppe interpretare alcune realtà ai danni della borghesia e che gli costarono anni di polemiche e processi.
Per me rimane l’espressione della libertà poetica senza essere né dadaista né futurista ma semplicemente poeta.


Un grande abbraccio


S


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Post: 423
17/02/2010 22:50
 
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Re:
Francesca Coppola, 17/02/2010 11.34:


è sicuramente un testo interessante, dico testo perchè, a mio parere, si tratta di prosa seppur molto delicata e sensibile.
Ci sono riferimenti alla storia contemporenea, tempi di guerra, miseria e malattie. Tempi di dolore, quelle ferite impresse nell'immaginario comune così difficile da estirpare. Marta, nome importante nella storia della Bibbia, sorella di Lazzaro e di Maria, molto attiva nelle faccende domestiche mentre sua sorella era in ascolto di Gesù. Chiaramente questo è un mio paragone, se vuoi una base di discussione futura.

In realtà sarebbe interessante capire la genesi di questo testo, magari ci aiuterebbe ad assaporarlo, perchè sicuramente ha molto da dire. Io, in alcuni punti lo trovo troppo carico, sono sempre propensa ad alleggerire la forma, ma non mi espongo, aspetto tue informazioni al riguardo.






Mia cara Francescazza, sul discorso prosa o poesia(confine), c'è molto da discutere in quanto non sò se ci sia una definizione rigorosa su questo e mi riferisco ad oggi, certo, anni addietro era impensabile
uscire fuori dal canonico, ma Eliot col suo "correlato oggettivo" ha aperto molti orizzonti e allargato i confini.
Ma è un discorso che non mi sento di fare stasera e ti prometto che
ritornerò sull'argomento prestissimo.
Riguardo alla Marta bibblica, ci hai azzeccato perché ritengo quella donna, insieme a Maddalena e Maria, le vere ed uniche matriarche.

Scusami ma sono stanchissimo, ne riparliamo al più presto.

un bacio

S


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Post: 1.652
18/02/2010 12:11
 
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ma assolutamente ognuno è libero di pensarla a modo proprio e di cambiare idea anche, è questa la bellezza della varietà!

allora aspetterò... [SM=g8124]


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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Post: 423
23/02/2010 17:00
 
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Allora dicevamo del confine tra prosa è poesia. Non saprei dove sta il confine, ma di certo so che già da tempo non è più cosi rigido. Lasciando da parte gli autori stranieri che spesso vengono tradotti in modo del tutto soggettivo, leggendo alcuni dei nostri maggiori autori contemporanei, sembrerebbe che tra poesia e prosa ci sia una zona intermedia dove si fondono le caratteristiche dell’una e dell’altra forma. Un esempio ce lo da Cesare Pavese con quasi l’intera sua opera. In “Lavorare stanca” troviamo questo genere di poesia che si pone tra il realismo ed il simbolismo lirico.

“Tutti e due, a un tavolino, si guardano in faccia
nella sera, e i passanti non cessano mai.
Ogni tanto un colore più gaio li distrae.
Ogni tanto lui pensa all'inutile giorno
di riposo, trascorso a inseguire costei,
che è felice di stargli vicina e guardarlo negli occhi.
Se le tocca col piede la gamba, sa bene
che si danno a vicenda uno sguardo sorpreso
e un sorriso, e la donna è felice. Altre donne che passano
non lo guardano in faccia, ma almeno si spogliano
con un uomo stanotte. O che forse ogni donna
ama solo chi perde il suo tempo per nulla.”

oppure in Il ragazzo che era in me

“Va' a sapere perché fossi là quella sera nei prati.
Forse mi ero lasciato cadere stremato di sole,
e fingevo l'indiano ferito. Il ragazzo a queí tempi
scollinava da solo cercando bisonti
e tirava le frecce dipinte e vibrava la lancia.
Quella sera ero tutto tatuato a colori di guerra.
Ora, l'aria era fresca e la medica pure
vellutata profonda, spruzzata dei fiori
rossogrigi e le nuvole e il cielo
s'accendevano in mezzo agli steli. Il ragazzo riverso
che alla villa sentiva lodarlo, fissava quel cielo.
Ma il tramonto stordiva. Era meglio socchiudere gli occhi
e godere l'abbraccio dell'erba. Avvolgeva come acqua.”

Ma lo vediamo anche in Pasolini:

..ecco.... la Casilina,
su cui tristemente si aprono
le porte della città di Rossellini...
ecco l'epico paesaggio neorealista,
coi fili del telegrafo, i selciati, i pini,
i muretti scrostati, la mistica
folla perduta nel daffare quotidiano
le tetre forme della dominazione nazista...
Quasi emblema, ormai, l'urlo della Magnani,
sotto le ciocche disordinatamente assolute,
risuona nelle disperate panoramiche,
e nelle sue occhiate vive e mute
si addensa il senso della tragedia.
E' lì che si dissolve e si mutila
il presente, e assorda il canto degli aedi.

da La religione del mio tempo

Ecco. Il mio pensiero è quello che nasce da questo tipo di letture dove, al di là dell’impaginazione,
il sostrato ambientale è dominante, la forma spaziante tra questo realismo o neorealismo e la serie di oggetti immessi per creare l’emotivo che trasforma una prosa in una poesia. Come dicevo prima, T.S. Eliot propone, per appunto creare l’emanazione o un certo pathos, di ricorrere al correlato oggettivo, ricercando un insieme di immagini, oggetti, situazioni, eventi che riproducano e trasmettano nel migliore dei modi ogni emozione particolare. Con il simbolismo lirico, cioè la metafora, ma anche attraverso l’analogia si riesce a trasmettere al lettore la stessa sensazione dalla quale la poesia è partita e nella quale si è sviluppata. L’uso di questa correlazione oggettiva io la trovo in moltissimi tuoi testi Francesca e si sposa bene col tuo personale modo di scrivere che a volte può sembrare contorto per eccesso o per difetto delle varianti oggettive, soprattutto agli occhi di chi non è abituato ad una lettura “intermedia” fino a definirla ridondante o, peggio, descrittiva.
Il ritmo è fondamentale nell’opera poetica, cosi come il canto. Variando la tematica e l’espressione, non cambia nulla, a meno che non vogliamo ritenere poesia assoluta quella decadentista o comunque post rinascimentale.

Per tornare un attimo al mio testo, in “Marta” credo di avere introdotto quegli elementi fondamentali, non
sono sicuro d’esserci riuscito pienamente, ma ci ho provato.
La Marta biblica:
Questa è una cosa che mi ha colpito parecchio, in quanto ritenevo di non aver fatto trasparire particolarmente. Mi sorprende davvero questo tuo esserti insinuata in quei pochissimi dettagli che potevano portarti a questa deduzione. Si, per me Marta, Maddalena, Maria, sono le Eve universali
Marta, per me rappresenta la stabilità, Maddalena, il cambiamento, Maria, la componente spirituale.
Allora, potresti dire perché Marta e non Maddalena? perché mentre in Maddalena il cambiamento avviene per propria scelta, in base agli eventi, in Marta, non si tratta nemmeno di un cambiamento ma di una ricerca di maggiore stabilità non determinata da eventi, bensì da esigenze proprie.
Se una donna avesse in se le caratteristiche di queste tre matriarche, si avrebbe la donna perfetta ma in una cultura dove tutto è “trino” le probabilità che tutte le componenti si amalgamino tra loro non sono tante se poi, per di più, ci si mette anche questo individualismo che in questa società la fa da padrone.

Al momento non ho altro, se mi viene stai certa che te lo farò sapere.

Strabbraccio


S.
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Post: 1.652
23/02/2010 18:35
 
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I concetti del -servire- o -il mistero mariano- è quello che mi ha portato a questa Marta, se devo pensare a qualcosa di pratico, e invece è un po' l'aria che aleggia fra i versi a collegare il concetto e non è qualcosa di molto preciso. Solo una botta di intuito forse... [SM=g8119]

Per il resto studio un po', poi ti dico... [SM=g8155]






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Post: 423
10/03/2010 12:35
 
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Altra cosa da dire non solo su “Marta” ma sul cammino poetico che sto studiando e sperimentando, è l’orizzontalità.
Tutta la struttura si posa su di un piano caratterizzato da pochi picchi; in altre parole, come ha notato qualche altro lettore in altri luoghi, il verso è “calmo e posato”, sufficientemente distante dai miei “verticali” ascendenti o discendenti e mai piani. Per me hanno molto fascino i verticali, soprattutto i discendenti, dove gli oggetti metaforici si formano entro una spirale più o meno ampia a dipendere dal tipo di argomento trattato. Molto ampia nella poesia d’amore, un poco meno in quella d’impegno ma con picchi diversi e, a volte, più concisi ed elevati.
Nella struttura di “Marta” come in quelle successive(La raffineria di Sannazzaro, La stazione di Lagonegro, Sono stato a Mosca ecc.) la spirale si allarga a dismisura e ruota su un piano orizzontale, incontrando così più spazi ma, soprattutto,
invadendo le temporalità che vengono riportate su un unico piano. Presente, passato e futuro entro lo stesso spazio che si interseca tra flaschback e progettualità percettiva.
Ed è appunto sulla percezione che qui mi gioco il tutto, il tentativo di riportare al lettore sensazioni provenienti da diversi stati d’animo, amalgamati in un unico insieme che è il “racconto”.
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Post: 1.652
10/03/2010 14:46
 
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si, l'orizzontalità l'avevo notata certo e riesce a catturare l'attenzione evitando quella noia che certe volte ti viene nel leggere cose parecchio lunghe.
Mi piace la ricchezza del verso, ma purtroppo ancora non riesco in questo senso e finisco col concentrare il tanto.
E' un po' di tempo che ruoto attorno ad Eliot, dopo i rudimentali accenni universitari, sto cercando le mie strade e così taccuino alla mano vo' approfondendo tali concetti. Questo autore lo sento particolarmente vicino, perchè?
perchè ama le contraddizioni abbinando il bello allo squallido e il contrasto fra leggende, miti classici viene proposto con versi taglienti e duri e come? mediante termini aulici e colloquiali.
E' una figura parecchio affascinante se pensi che usa un linguaggio metafisico arricchito dell'utilizzo di svariate lingue, citazioni di testi classici, su un solido apparato mitologico MA propone al tempo stesso una scrittura dinamica e attiva che riesce a farti penetrare il linguaggio con l'esperienza. Moltissimo imitato, potrei dire oggi, ne vedi parecchie imitazioni sul web.

Dov'è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza?
dov'è la conoscenza che abbiamo perso in informazione?


T. S. Eliot, The Rock, 1943.

Le sue illuminazioni e riflessioni aprono il via ad una poesia fortemente moderna, non fondata sulla sequenza logica ma su fotogrammi spesso slegati.
Il risultato è una sensazione di isolamento, perchè vive in un clima di forte crisi esistenziale e per questo risulta praticamente sempre attuale. Ha quella stessa tensione che sento appartenermi, sempre volta all'Assoluto e dove quelle certezze presenti come manichini in una vetrina sono spesso evanescenti, si sgretolano alla costante ricerca della sicurezza.

Eliot come altri che tu hai giustamente menzionato apre nuove strade, contribuendo ad ammorbidire quelle strutture rigide onnipresenti che ingabbiavano i versi. E così si va sempre oltre...
Per questo il divario che ti dico e penso esista fra poesia e prosa sarà sempre labile, visto che cambierà secondo le percezioni, le epoche, le fazioni, addirittura le politiche, ogniqualvolta un muro viene abbattuto...


"E noi viviamo, noi respiriamo soltanto se bruciamo e bruciamo..."

T. S. Eliot.










[Modificato da Francesca Coppola 10/03/2010 14:50]


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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Email Scheda Utente
Post: 423
04/04/2010 20:14
 
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Quando, ragazzino, lessi per la prima volta “la terra desolata”, pensai d’essermi sbagliato, che non avevo comprato il libro giusto, che quella non poteva essere poesia!
Ero abituato ad altro ed ero troppo giovane per capire. Ci vollero un pò di anni e tantissimo studio per riuscire a penetrare i “muri” metafisici e quella sostanza poetica altamente compatta. T. S. Eliot mi fece capire del perché di un certo tipo di scrittura, di come tradurre in significati tangibili le, per me, assurde metafore dell’ultimo Lorca o gli ermetismi quasimodiani. Attraverso l’analisi imparai presto le decodifiche essenziali per penetrare Ferlinghetti, Pasolini, Evtuschenko ed altri autori fino ad allora inaccessibili e tutto questo a partire da quel libricino della Einaudi.
Arrivai a tutto questo grazie allo scioglimento dei nodi fondamentali dell’oggetto metaforico, che lui, Eliot ci ha insegnato ad usare nei modi opportuni.
La modernità è piena di queste esperienze ed anche l’avanguardia non si allontana più di tanto da quegli insegnamenti.
Si sta puntando su altre sperimentazioni, ci si sforza per ottenere nuovi linguaggi e nuove forme strutturali, ma alla base c’è sempre una sorta di frammentazione non lineare che segue un andamento a “zone” non sempre connesse tra loro ma che nell’insieme creano uno schema leggibile anche in diverse ottiche.
In questo forum si stanno provando tecniche e linguaggi spinti verso strutture, direi mobili; Testi entro i quali si leggono blocchi poetici a se stanti; poesie che si possono leggere in più direzioni… insomma un dinamismo determinato dall’esigenza di dire di più scrivendo di meno ovvero di dare, nelle sintesi, i contenuti essenziali per trasmettere una gamma di sensazioni assolutamente maggiore e sempre più potente che mai.
Leda ci offre giochi grafici incredibili dove gli spazi non hanno misura e le tridimensionalità offrono all’occhio la possibilità di insinuarsi sempre in maggior profondità. Ma anche Giusy ci ha dato dei bei componimenti sperimentali che sforano dagli schemi comuni e s’aprono al nuovo. Ho notato spostamenti verso l’intermedio anche in te, Francesca e in Roberta. Io, nel mio piccolo, sto cercando di allargare stringendo. Con l’orizzontale mi accorgo che si allargano i confini della scrittura, contratta, poi, da una sintesi progressiva. Ovviamente mi lascio trascinare dalle novità quali la frammentazione a mappa o la creazione di blocchi poetici nel blocco principale. Divertente, no?


Sebastiano

[Modificato da al_qantar 04/04/2010 20:16]
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