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10/06/2010 11:51 | |
mi sembra che resterò così
uno di quei poetuncoli da poco
che non si sbottonano per diventare grandi
o peggio per la paura di scoprire
che nessuno al mondo li direbbe grandi
uno di quelli che non dice nulla di nuovo
e che non dice cose vecchie
con fare nuovo
uno dei tanti, insomma
che dice di non essere poeta
ma ne è convinto assai
e che gode
quando quelli come lui
lo elevano a sublime cantore della vita
la vita banale e sciatta dell'uomo qualunque
casa e lavoro e versi pochi
la donna qualunque del supermercato
al venerdì sera, piatti sporchi e camicie
da stirare |
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10/06/2010 14:59 | |
pessimista....
certo che ci vuole umiltà e il lavoro costante e silenzioso dovrebbe appartenerci, senza volere alzare troppo la testa, accogliendo a piene mani i bei commenti.
Non amo le definizioni e l'essere poeta, è secondo me, una realtà che non ci appartiene. Non perchè tutti si definiscono tali, o perchè il paragone non regge nei confronti, ma semplicemente perchè sentirci tali, farci chiamare così non specifica nulla, non costruisce niente, se non un bel piedistallo.
E allora meglio non pensare troppo, ma scrivere, agire, esprimere...
[Modificato da Francesca Coppola 10/06/2010 15:00]
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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10/06/2010 17:58 | |
esagerata è dire poco io credo che l'umiltà insegni a migliorarsi, a imparare e noi tutti siamo qui per questo, forse non saremo mai dei poeti e non finiremo sui libri di scuola, ma ci saremo divertiti, avremo comunicato qualcosa di noi, qualcosa che vale la pena di sentire, e tu ne hai di cose che vale la pena di ascoltare! |
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10/06/2010 18:46 | |
ragazzacce, ma cosa dite?
fraintendete, fraintendete!!
in realtà l'appellativo non era dispregiativo, infondo la maggior parte delle persone, oggi, scrive qualche verso per sfuggire all'apatia del quotidiano, no?
la mia poesia indica piuttosto una scelta, e su questo ci sarebbe molto da parlare (Mire, ti ricordi quello che dicevamo sull'eleganza del riccio?). c'è chi si da da fare per emergere, scoprire quanto e se vale, c'è chi non si da questa pena, va per la sua strada, scrive quello che sente e si diverte così. certo, migliorando, anche. ma senza sbattersi più di tanto. coltivando la sua passione negli interstizi delle proprie giornate. e poi, anche un poetone deve lavorare, fare la spesa, stirarsi le camicie...
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10/06/2010 21:39 | |
....che matte che sietee!!!! ............................................ ..S |
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11/06/2010 18:28 | |
beh, qui ognuno fa le proprio scelte e ci vuole una certa dose di determinazione e fiducia in sè stesso o qualcuno che creda fortemente in te.
C'è chi ha solo una passione e la arricchisce giorno dopo giorno o chi ne vuole fare un mestiere. O chi si vuole vedere in un libro ecc.
Niente capita per caso. Di poetucoli, come tu li definisci, ce ne sono tanti anche perchè è davvero difficile emergere...
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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