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12/06/2010 12:29 | |
Al piccione investito il 23-5-2001 a Milano in via mi pare Lorenteggio
Quale esca quale squisita briciola
ti ha chiamato vieni
vieni, sei sceso
dal marciapiedi vispo come
pensando che giorno
fortunato oggi, stai lì
sdraiato come un soldato
insanguinato, ti trema
ancora viva nell’ala una piuma
grigio-argento (o magari è
il vento?).
(Vivian Lamarque)
...L'ho trovata un capolavoro, di forma, di stile, di umanità. Sono a bocca aperta.
[Modificato da Clodiaf0904 12/06/2010 12:29] http://fiorelladerrico.wordpress.com
http://fiorelladerrico.blogspot.com
"Se tu la mia tomba vorrai sfiorare con le delicate mani poni una pietra di ferro e di peso sulla bianca lastra che mi copre, e tu scriverai il verso che chiude l'intenso paragone."
Amelia rosselli |
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12/06/2010 12:35 | |
POESIA ILLEGITTIMA
Quella sera che ho fatto l'amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po' mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
...E' un genio, questa poetessa.
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Amelia rosselli |
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12/06/2010 12:44 | |
A VACANZA CONCLUSA
A vacanza conclusa dal treno vedere
chi ancora sulla spiaggia gioca si bagna
la loro vacanza non è ancora finita:
sarà così sarà così lasciare la vita?
PS.: Siamo poeti
vogliateci bene da vivi di più
da morti di meno
che tanto non lo sapremo.
Concludo con quessta. E' una grande, mi emoziona molto.
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Amelia rosselli |
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13/06/2010 16:13 | |
FATE PIANO
Fate piano si è addormentata
la televisione se l’è cullata
fate piano non sia svegliata
sta sognando di essere amata.
Vivian Lamarque
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13/06/2010 17:14 | |
Una delle poetesse più sopravvalutate degli ultimi 20 anni... adorata dalla critica e con ottimi riscontri di vendita, ha prodotto nella sua lunga carriera una manciata di ottimi testi minimali e trasognati, e una pletora di pensierini delle medie spacciati per poesia; la sua fortuna dipende forse dal fatto che il suo stile rispetto ad a quello di altri mostri sacri della poesia italiana moderna (Sanguineti, Bre, De Angelis) è facilmente ricalcabile, creando quella che potremmo chiamare una vera e propria scuola (attiva soprattutto sul web) di imitatori più o meno capaci. Comunque da leggere, visto che la Lamarque ha raggiunto l'estremo limite del minimalismo, più in là nel tagliare e semplificare credo sia impossibile spingersi.
"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis
No Copyright: copia, remixa, diffondi.
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13/06/2010 19:08 | |
Nihil., 13/06/2010 17.14:
Una delle poetesse più sopravvalutate degli ultimi 20 anni... adorata dalla critica e con ottimi riscontri di vendita, ha prodotto nella sua lunga carriera una manciata di ottimi testi minimali e trasognati, e una pletora di pensierini delle medie spacciati per poesia; la sua fortuna dipende forse dal fatto che il suo stile rispetto ad a quello di altri mostri sacri della poesia italiana moderna (Sanguineti, Bre, De Angelis) è facilmente ricalcabile, creando quella che potremmo chiamare una vera e propria scuola (attiva soprattutto sul web) di imitatori più o meno capaci. Comunque da leggere, visto che la Lamarque ha raggiunto l'estremo limite del minimalismo, più in là nel tagliare e semplificare credo sia impossibile spingersi.
Nihil, premesso che ognuno ha il suo gusto ed ha diritto ad averlo e quindi sei liberissimo di pensarla come pensi, mi viene solo spontaneo
1. dire che semplificare invece di creare circonvolute pletore barocche, perlopiù incomprensibili, che alcuni dicono di comprendere solo per darsi un tono...non è da tutti. E' una questione di poetica, per via di porre o di levare; la "difficolta'" o i neologismi spinti nel linguaggio non sono sempre sinonimo di sostanza, così come il linguaggio netto e pulito non lo è di povertà
2. dire che, appunto, a volte la grandezza sta nell'esprimere concetti abissali con parole tagliate e ridotte al mininimo (vedi Ungaretti, un esempio fra tanti).
Tutto questo lo dico come scambio di idee, visto che siamo su un sito che promuove questo e a ragione, non perché soffra per una critica alla Lamarque o a chicchessia
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Amelia rosselli |
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13/06/2010 19:50 | |
io penso che sia nel togliere che nell'aggiungere (e qui è davvero solo questione di poetica, ma entrambi i metodi possono essere validi) quello che conta è ricreare un'armonia ed un equilibrio. non intendo ciò a livello sonoro, ma di quelle proporzioni che poi riescono a creare il bello. un bello inoppugnabile.
non è facile nè togliere, nè mettere senza diventare algidi nel minimalismo o barocchi nell'opulenza.
e in entrambi i casi non è facile cadere nella trappola dell'incomprensibilità o della banalità più assoluta.
detto ciò, trovo anche io che Vivian Lamarque sia un pochino sopravvalutata nell'ambito della poesia contemporanea, ma allo stesso tempo mi piace molto "poesia illeggittima" che trovo geniale.
mentre non amo la versificazione per la poesia del piccione che comunque non è male, mentre le altre due non mi prendono affatto.
de gustibus non disputandum est, naturalmente, ma forse nel voler ridurre tutto all'osso, si perde qualcosa di un pensiero profondo che pure, da qualche parte, deve esserci. |
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13/06/2010 19:54 | |
1- Andiamo da un opposto all'altro... non è che il contrario della Lamarque sia necessariamente l'intellettualismo d'avanguardia di Sanguineti; ci sono ottimi poeti come De Angelis, Rondoni, ecc che fanno poesia minimalista senza arrivare alla forma del "pensierino"; in questo senso la Lamarque ha trovato un suo terreno coniugando il minimalismo della poesia degli anni '80 con la sua esperienza di insegnante e scrittrice di favole, creando un ibrido originale ma che ha il fiato corto a livello di risultati, visto che poche delle sue poesie possono dirsi oggettivamente importanti, sia a livello di forma (sempre uguale a se stessa) che di contenuti (a volte inesistenti). Sicuramente è una poesia ampiamente comprensibile quindi vendibile (senza che questo sia da leggere come negativo), ma di fatto rappresenta il capolinea del minimalismo, poiché più oltre è difficile scarnificare.
2- Di concetti abissali ne vedo ben pochi nella Lamarque, che non ha la grandezza tragica di Ungaretti né una vita "difficile" come Penna, la Rosselli o la psiche contorta della Merini e della Valduga... paradossalmente questo è forse quello che attrae di più di lei, il fatto che metta in poesia pensieri, sensazioni, ecc di persone "normali" con un linguaggio e delle immagini subito comprensibili.
Si può chiamare questo poesia? Certamente sì. Si può chiamare capolavoro? No, perché gli manca quel quid che fa sì che la sua scrittura contribuisca a creare una nuova via della poesia italiana, visto che appunto la Lamarque non è un iniziatrice, ma l'ultimo esito di una scuola che sta tirando le cuoia, nonostante (o forse a causa) della sua ormai avvenuta accademizzazione.
"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis
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13/06/2010 19:57 | |
Maredinotte, 13/06/2010 19.50:
io penso che sia nel togliere che nell'aggiungere (e qui è davvero solo questione di poetica, ma entrambi i metodi possono essere validi) quello che conta è ricreare un'armonia ed un equilibrio. non intendo ciò a livello sonoro, ma di quelle proporzioni che poi riescono a creare il bello. un bello inoppugnabile.
non è facile nè togliere, nè mettere senza diventare algidi nel minimalismo o barocchi nell'opulenza.
e in entrambi i casi non è facile cadere nella trappola dell'incomprensibilità o della banalità più assoluta.
detto ciò, trovo anche io che Vivian Lamarque sia un pochino sopravvalutata nell'ambito della poesia contemporanea, ma allo stesso tempo mi piace molto "poesia illeggittima" che trovo geniale.
mentre non amo la versificazione per la poesia del piccione che comunque non è male, mentre le altre due non mi prendono affatto.
de gustibus non disputandum est, naturalmente, ma forse nel voler ridurre tutto all'osso, si perde qualcosa di un pensiero profondo che pure, da qualche parte, deve esserci.
...quello che intendevo io, appunto, nella mia roboante risposta
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"Se tu la mia tomba vorrai sfiorare con le delicate mani poni una pietra di ferro e di peso sulla bianca lastra che mi copre, e tu scriverai il verso che chiude l'intenso paragone."
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13/06/2010 20:00 | |
Nihil., 13/06/2010 19.54:
1- Andiamo da un opposto all'altro... non è che il contrario della Lamarque sia necessariamente l'intellettualismo d'avanguardia di Sanguineti; ci sono ottimi poeti come De Angelis, Rondoni, ecc che fanno poesia minimalista senza arrivare alla forma del "pensierino"; in questo senso la Lamarque ha trovato un suo terreno coniugando il minimalismo della poesia degli anni '80 con la sua esperienza di insegnante e scrittrice di favole, creando un ibrido originale ma che ha il fiato corto a livello di risultati, visto che poche delle sue poesie possono dirsi oggettivamente importanti, sia a livello di forma (sempre uguale a se stessa) che di contenuti (a volte inesistenti). Sicuramente è una poesia ampiamente comprensibile quindi vendibile (senza che questo sia da leggere come negativo), ma di fatto rappresenta il capolinea del minimalismo, poiché più oltre è difficile scarnificare.
2- Di concetti abissali ne vedo ben pochi nella Lamarque, che non ha la grandezza tragica di Ungaretti né una vita "difficile" come Penna, la Rosselli o la psiche contorta della Merini e della Valduga... paradossalmente questo è forse quello che attrae di più di lei, il fatto che metta in poesia pensieri, sensazioni, ecc di persone "normali" con un linguaggio e delle immagini subito comprensibili.
Si può chiamare questo poesia? Certamente sì. Si può chiamare capolavoro? No, perché gli manca quel quid che fa sì che la sua scrittura contribuisca a creare una nuova via della poesia italiana, visto che appunto la Lamarque non è un iniziatrice, ma l'ultimo esito di una scuola che sta tirando le cuoia, nonostante (o forse a causa) della sua ormai avvenuta accademizzazione.
non voglio intasare il post con disquisizioni, che comunque sono succulente, visto che hai tirato in ballo una serie di nomi e di concetti su ci sarebbe da far giorno, amichevolmente accapigliandoci
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