Il gatto per i Romani
Negli scavi di Ercolano e Pompei si sono trovati resti di ogni genere di animale ma non del gatto e si' che Pompei era una grande citta' in epoca romana, visitata sia da greci da egizie da ebrei.
L'ipotesi piu' attendibile è che i gatti fuggirono alle prime avvisaglie del terremoto, mettendosi in salvo. Di certo esistevano, lo testimonia il mosaico ritrovato dove viene raffigurato un gatto mentre afferra un volatile. Anche in questo periodo quindi il gatto e' poco interessante per l'uomo che lo conosce ben poco.
I Romani in un animale ammiravano l'aggressivita' e la grossa mole, simboli di potenza e a tale proposito per i ludi Circensis importavano dall'Africa solo fiere di grossa taglia; il gatto era si' un felino, vincitore sui topi e su altri piccoli animali ma aveva anche un carattere troppo indipendente e per loro era difficile accostarvisi con amore.
Nelle loro conquiste pero' li portavano con se' e cio' ha contribuito moltissimo alla sua diffusione in tutta l'Europa che tra l'altro incominciava ad apprezzarlo per la sua utilita' visto che l'agricoltura prendeva sempre piu' piede.
Per i Romani era simbolo di libertà, tant'è vero che la dea Libertas veniva spesso rappresentata in compagnia di un gatto.
Di seguito riporto una rarissima testimonianza di benevolenza nei confronti del gatto:
Nel 10 avanti Cristo l'imperatore romano Ottaviano Augusto mentre detta ai suoi liberti le sue memorie parla della sua gatta e dice:
"La mia gatta dal pelo lungo e dagli occhi gialli, la piu' intima amica della mia vecchiaia, il cui amore per me sgombro da pensieri possessivi, che non accetta obblighi piu' del dovuto............ mia pari cosi' come pari agli dei, non mi teme e non se la prende con me, non mi chiede piu' di quello che sono felice di dare........Com'e' delicata e raffinata la sua bellezza, com'e' nobile e indipendente il suo spirito; come straordinaria la sua abilita' di combinare la liberta' con una dipendenza restrittiva".
[Modificato da Francesca Coppola 28/09/2010 10:02]
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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