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30/09/2010 20:23 | |
Ci sono sempre fogli a fine blocco
di resistenza rossa, ultimi
da non lasciarsi scrivere
per dare vita ad una voce
da tramandare,
già antica come leggenda
ché solo storia e profumo di feste
e feste passate
di griglie accese e vino rosso,
di rum sui marciapiedi o fame,
peyote, di botte, dignità
e purezza umile, come di terra
brulla e libera
che non s'attende niente.
Se volete un sottofondo...
www.youtube.com/watch?v=rqbcV39Sq1o[Modificato da Pedro Navarra 30/09/2010 20:58] |
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01/10/2010 11:44 | |
è l'aspettativa che ci rende succubi dell'attesa, del riscontro e ci fa schiavi. senza di essa tutti siamo liberi di pensare, di agire, di fare. ecco, questa poesia dà voce alle mie parole e ci lascia qualche foglio bianco qualora anche noi volessimo scrivere qualcosa. ma non è obbligatorio, non aspettano -quei fogli- di essere colmati. semplicemente sono lì, puri, umili e liberi.
mi piace, sì anche se dal punto di vista sintattico-logico inizia e non finisce. |
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01/10/2010 12:38 | |
notevole.
Il ritmo è quello di un disco vecchio che suona -probabilmente- la stessa canzone, quella dei ricordi. Quell'esserci anche dopo, anche quando non ci sono motivi, speranze, ma solo volontà d'esserci.
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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01/10/2010 13:20 | |
Grazie del vostro passaggio...
Mare...oh mare, che oggi piovi con la costanza lineare in trattini aria-acqua-aria...e il tuo cadere lo racconti in codice morse...
Anche secondo me non è completa e credo che tornerò a scrivere della stessa ispirazione, perché di blocchi con ultimi fogli non scritti ed anche vecchi, ne trovo spesso in giro.
Grasie anche a Francesca...il vecchio disco in vinile ci sta tutto come senso, mi piace.
L'ho postata in soffi d'ispirazione perché credo sia da completare, e se volete, potete farlo anche voi. |
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01/10/2010 17:08 | |
E' chi sa credere al non attendere,
come essere oltre l'esistere,
affinché sia meraviglia l'attesa,
colui che del vinile ama il silenzio
quel silenzio o leggero fruscio dei giri
prima e dopo la musica,
a inizio e fine, senza ingordigia
o fretta
proprio come la terra brulla che era fuoco
al buio e s'è ritrovata in luce,
da un evento ad altri, piccoli e grandi
e nulla attende se non d'essere com'è
in ogni istante. |
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