Sotto con Ros!

Eccomi a te Roberta :

Maredinotte, 26/11/2010 16.44:

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1. descriviti in tre aggettivi

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Il problema è che sono solo tre aggettivi ma per definire pregi o difetti?
Come mi vedo io o come mi vedono gli altri?

Ah, già, le domande le fai tu


Allora, in positivo (?): sensibile idealista affidabile


in negativo: emotiva imbranata impetuosa (leggasi pure incazzosa)

Maredinotte, 26/11/2010 16.44:

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2. della tua poetica abbiamo potuto apprezzare la tenerezza e la capacità di entrare in argomenti talvolta scabrosi con la semplicità di un'animo fanciullo, candido.
questo tuo lato che spesso viene fuori in poesia, quanto emerge nella tua vita reale? quanto la condiziona e in che modo?


a te la parola, cara Ros!

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Non saprei, quest'animo candido e fanciullo è una costante, a sentire gli altri. Segno che c'è, ma vorrei crescere senza invecchiare e senza rimanere bambina, - pur bambina rimanendo ed invecchiando -.
Ma a crescere bisogna starci attenti, e di fronte agli aspetti scabrosi non bisogna scandlizzarsi ma comprendere e compatire, senza mai cedere però a quella debolezza che si può comprendere ma non si giustifica.
E' come tendere un elastico al punto giusto: non di meno, ché non basta, non di più, ché si spezza.
Questo non significa non indignarsi. Sulle prime m'indigno, sì, poi mi metto a pensare, entro nell'altro, indago altri me stessa.

Sì, questo aspetto può 'condizionarmi' nella vita, fra virgolette.
Perché si incontra il lupo, la volpe, il leone, e tu devi pure escogitare delle difese, altrimenti soccombi, per cui animo bambino non vuol dire animo ingenuo. E' una scelta consapevole.

La vita reale non può essere identica alla poesia, altrimenti non occorrerebbe scrivere, ma la poesia muove anche dalla vita reale (ma non solo). Se la vita reale è azione, la poesia è meditazione, la ferita diventa cicetrice, la poesia diventa balsamo. E poi anche diventa coltello, le mani incidono e saturano tagli ora superficiali ora profondissimi. La poesia è continua chemioterapia per arginare il tumore, il male che aggredirebbe l'anima. Ma è anche tensione verso l'assoluto e l'universale. Noi rinasciamo continuamente dlle nostre solitudini, dalle nostre sconfitte e delusioni, dalla nostra desolazione, sempre alla ricerca delle nostre origini, del perché viviamo e dove andremo a finire, del perché rimaniamo limitati e imperfetti pur aspirndo ad un Dio-Creatore perfetto. Quando si conosce una grandezza non si desidera il suo contrrio, m qundo si è miserabili, piccoli, limitati, chiediamo perlomeno speriamo che ci sia Qualcuno di più grande, più in alto di noi a colmare le nostre lacune, le nostre miserie.
La poesia è elaborazione di tutto questo ma può esprimere tanto l'infinitamente grande che l'infinitamente piccolo, minimale.

Oops, mi fermo!