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liofilizzati

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2011 09:55
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Post: 1.681
11/05/2011 18:47
 
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stanno come tag su una fotografia
i nostri nomi, addensati dalla forma liquida
vocale a impulsi elettrici
arrivano come le scosse di un elettroshock

CODIFICA L'INFORMAZIONE SORRISO
CLICCA INVIO
(la procedura per visualizzare la mia arcata superiore
i denti bianchi, l’apertura del cuore)


ci attraversiamo in stringhe
ridotte all’osso

che già stringere una mano
non dice quanto bene c’è
figurati contare su un display
tutte le T
per un liofilizzato
TVB
[Modificato da Maredinotte 11/05/2011 19:06]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
robertadaquino.wordpress.com



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Post: 686
11/05/2011 19:36
 
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Ma che bello il gioco linguistico, signorina! Si dia a corpo morto, in questa arte, che è molto portata ;-)

(bella, sprizza energia e ironia)


[SM=g8336]


http://fiorelladerrico.wordpress.com
http://fiorelladerrico.blogspot.com

"Se tu la mia tomba vorrai sfiorare con le delicate mani poni una pietra di ferro e di peso sulla bianca lastra che mi copre, e tu scriverai il verso che chiude l'intenso paragone."
Amelia rosselli
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Post: 1.652
11/05/2011 22:13
 
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eh già! credo proprio sia riuscita!
arriva in tutta questa forza ironica, è vero ma anche con un po' di delusione.


Mi piace! [SM=g9550]



"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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Post: 711
12/05/2011 11:52
 
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Buon tentativo Robby. In fondo noi siamo anche questo, per quanto l'idea possa disgustarci.

"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

No Copyright: copia, remixa, diffondi.






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Post: 798
16/05/2011 23:24
 
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io vorrei ordinare tanti liofilizzati tvb, clicco ordine, spedizione e invio? destinatario,,, miss roby
ma quanto è carina la mia cibernetica!!!
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Post: 1.681
18/05/2011 20:16
 
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non lo so, raga... non è tanto la delusione, quanto la malinconia per l'impossibilità di concretizzare di più i rapporti. siamo cibernetici, coi nostri cellulari e le faccine, cerchiamo di compensare, ma basta?
a volte in quel tvb ci passa pure un brivido, altre volte proprio no...

felice che l'abbiate apprezzata, per me è stato un po' un esperimento.

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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Post: 711
18/05/2011 20:44
 
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Mha Roby, forse non abbiamo ancora interiorizzato il tipo di rapporti che i nuovi mezzi di comunicazione ci permettono (alcuni direbbero a cui ci obbligano)... concretizzare i rapporti nell'ottica di internet ha poco senso, lo scambio avviene non fra io sostanziali, ma fra avatar che sono proiezioni, fonte d'emissione d'informazioni. La definizione di io cibernetico è "ricettore e ritrasmettitore di flussi informativi" per quanto ci sforziamo di uscire da questa definizione aumentando a dismisura i tvb i cicici e i cococo, alla fine sempre lì torniamo. Io esisto in questo forum in quanto posto reply, non come presenza fisica che è presente anche quando osserva e basta, il logout è la mia morte, un atto di decesso che viene ritirato solo con un nuovo login e un nuovo reply. Per comprendere i nuovi rapporti virtuali bisogna ripensare le idee che ci siamo fatti di corpo/mente, presenza/assenza, io/espressione, ecc un processo che richiede tempo e soprattutto la voglia di rivedere concetti che diamo per scontati.

"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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Post: 1.681
18/05/2011 22:07
 
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è esattamente così. ma è assolutamente ripugnante e soprattutto, non tutti sono in grado di vederla in questo modo, di interiorizzare il processo che ci vede morti con un logout.
dal punto di vista tecnico, io e te siamo filtrati da una interfaccia grafica e ci trasferiamo informazioni attraverso dei circuiti. se tu domani non accedessi nuovamente al forum e se non lo facessi mai più, per questo forum saresti un'entità deceduta. ma per me? dove va a finire quel legame che si è instaurato? morto anche quello? tranciato senza la possibilità di recuperarlo... a meno di un nuovo login.
io non sono assolutamente pronta a questo tipo di rapporti. tendo sempre a credere che questo sia solo un mezzo per far viaggiare il pensiero e l'essenza. uno dei tanti mezzi possibili per comunicare. l'avatar è una proiezione di qualcosa di reale, dotato di un bagaglio di esperienze e sentimenti. mi illudo di non stare parlando con una macchina, ma con una persona e, a lungo andare, con le persone si instaurano legami. quando succede è necessario passare ad un livello successivo, come nei videogiochi, uscire dalla virtualità e vedere se quel legame tiene, pena quella malinconia di cui parlavo.

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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Post: 711
18/05/2011 23:43
 
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Il problema è complesso, e non riducibile ad uno schema semplicistico come virtuale/caduco, reale/solido, o peggio virtuale/falso, reale/vero. Esistono correnti che Hakim Bey chiama "neo-gnostiche" (anche se non si autodefiniscono tali) che esaltano internet come la realizzazione dell'antico sogno platonico di un dialogo fra anime, in cui i corpi sono esclusi, con la loro carica di ambiguità e di mascheramento. Per questo tipo di pensiero il virtuale sarebbe il luogo d'espressione di ciò che nella realtà rimane velato, a causa del condizionamento sociale dei corpi (distanze, espressioni del volto codificate, ecc) ed eliminerebbe quello che in psicologia si definisce effetto "alone", cioè quella "prima impressione" che ci fa piacere o meno una persona, e che è un insieme inestricabile di giudizi sul suo aspetto, il suo portamento, la condizione sociale che dimostra con il vestiario, ecc che nella realtà fa si che noi escludiamo ad una prima occhiata una conoscenza solo perché un dettaglio del suo vestiario ci fa una cattiva impressione (è brutto dirlo, ma è esperienza comune). Internet ovvia a questi problemi, ma ne crea altri non minori... ad esempio nei forum spesso gli opinion leader sono personaggi narcisisti, dalle idee estremistiche, incapaci di sfumature e di un vero dialogo, personaggi insomma che nel mondo del lavoro o nella scuola (cioè un ambiente compatto e con gerarchie solide) sono messi ai margini, ma che nell'anonimato della rete e nelle sue gerarchie fluide trovano un terreno fertile per imporsi, -chiunque abbia frequentato un forum di politica sa di cosa parlo-.

Mi chiedi cosa rimarrà di un rapporto nel caso di un loguot definito, la risposta è semplice: un ricordo, e nient'altro. Su 30 rapporti forti che ho stabilito nella rete, solo 2 sono sopravvissuti alla fine del forum nei quali sono nati, e con grande fatica a portarli avanti, perché non c'è più alcuna base comune sulla quale costruire... questo onestamente non mi ha gettato in chissà quale disperazione, i rapporti umani sono di per sé già labili, il virtuale aumenta solamente questa caratteristica, credo sia anche una questione sensoriale: gran parte dei ricordi che abbiamo sono di tipo visivo e olfattivo, il virtuale elimina il secondo e il primo lo riduce fortemente, costringendoci a comunicare su pagine pre-impostate e anonime, con il risultato che se io sparissi dal forum, fra 2 mesi non avresti alcun ricordo preciso di me, perché ti mancherebbe un immagine a cui affibbiarlo... nella realtà invece accadrebbe questo: se io sparissi ti ricorderesti di me per un particolare magari insignificante, tipo un tic della mano o un sorriso fuori luogo, perché paradossalmente è questo che ci rimane impresso di una persona più che i suoi grandi discorsi o i suoi gesti più elaborati.

Ma tolto questo, secondo me chiedi troppo alla rete: concetti come essenza, io, presenza qui hanno poco senso, non perché siamo poco motivati o cinici ma perché il mezzo d'espressione li esclude, sarebbe come chiedere ad alle braccia di farci volare.


"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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Post: 1.681
19/05/2011 10:29
 
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concordo praticamente su tutto!
non si può certo negare i difetti o i pregi della rete che da un lato dà la possibilità a tutti di esprimersi senza pagare il prezzo dell'apparenza estetica e sociale, dall'altro in realtà consente a chi interviene e si relaziona di mascherarsi, non nell'aspetto fisico, ma essenzialmente di mostrare solo parti del suo carattere e della sua personalità, esaltando ciò che egli considera vincente e non lasciando trapelare i suoi difetti. tu hai fatto l'esempio degli opinion leader e del loro profilo psicologico, ma si potrebbe parlare a lungo di altri tipi umani, nei quali l'insicurezza e la scontentezza del proprio stile di vita ha il sopravvento e riesce ad indurli addirittura ad inventarsi vite parallele e diametralmente opposte dalle reali.
il risultato è che, secondo me, nel rapportarsi con persone della rete bisognerebbe imporsi dei paletti che delimitano lo spazio massimo di conoscenza, proprio perchè questo non può essere appurato e riconosciuto.
ma la consapevolezza della labilità dei rapporti umani (nel reale come nel virtuale) non è sufficiente affinchè questo avvenga.
in quasi 10 anni di frequentazione del web ho conosciuto moltissime persone, con una 20ina esse ho instaurato legami più solidi. quattro di loro fanno parte della mia vita attuale ma di quelle 16 rimanenti qualcuna la sento ancora sporadicamente, qualcuna invece mi manca, altre le ho "dimenticate".
non credo di chiedere molto al mezzo, piuttosto alle persone alle quali però credo fermamente di essere in diritto di chiedere uno scavalcamento della rete in nome di quel legame.
e allora ciò che sempre mi stupisce è la non necessità, per le persone, di costruire quel bagaglio di ricordi sensoriali indispensabili per me, e anzi di rifugiarsi in un luogo non luogo che li annulli e li nasconda, intaurando legami non così sottili ma che diventano tali per il solo fatto di poter essere spezzati da un logout definitivo. crearsi dunque un posto in cui l'esistenza è solo fittizia.
nella vita reale si intrecciano milioni di questi rapporti ogni giorno: sull'autobus, in metro, al bar, alla posta. persone che incontri una volta e con cui scambi quattro chiacchiere per poi non rivedere mai più, oppure compagni di scuola, colleghi universitari. è vero, ma con i primi potremmo trovare l'equivalente di una chat pubblica (al mio ingresso su internet andava forte c6), con i secondi l'equivalente potrebbe essere un forum, come portavi l'esempio.
ciò a cui invece mi riferisco è l'equivalente del compagno di banco, l'amico di uscite e confidenze, quello che te lo porti dietro per tanto tanto tempo.
è chiedere troppo il volere che non sparisca?

ps. non parlo di una esperienza particolare, ma è una riflessione generica.

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
robertadaquino.wordpress.com



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Post: 686
20/05/2011 22:32
 
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Io penso che - rete o non rete - la tempra di ognuno si rivela, e "chi si somiglia si piglia", per fortuna ;-)

Dopo questa allegra banalità, vi saluto allegramente con affetto [SM=g8068]


F.


http://fiorelladerrico.wordpress.com
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Amelia rosselli
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Post: 793
20/05/2011 23:06
 
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per ora - un passaggio veloce, a dirti
sì, ben scritta,
bella discussione, non vi interrompo, dopo dirò anch'io.
Ciao ciao!


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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Post: 711
27/05/2011 00:06
 
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Vedi Robby, già per come la presenti si scorge che vivi un conflitto fra ciò che sai razionalmente e l'idea che i confini possono essere superati con un atto di volontà... non è così, e motiverò il perché. Intanto bisogna fare una pulizia dei termini: l'esistenza come nick non è fittizia, ma è una realtà separata, in cui l'io che si proietta assumendo delle caratteristiche necessariamente diverse da quelle che ha sul piano della realtà "normale"; in molti casi non è un processo consapevole: l'io non è un' entità metafisica indipendente, ma una complessa mediazione fra individuo e ambiente, quindi l'io si modella entro certo limiti per adattarsi alla "scena" nella quale si trova ad operare... facciamo un esempio preso dalla vita normale: in facoltà io sono inserito in una comunità confessionale, in cui vengo giudicato e giudico secondo criteri che sono in primo luogo religiosi, e solamente dopo estetici, caratteriali, ecc quindi il mio modo di pormi e d'essere è influenzato da determinate categorie (compostezza nell'espressione, deferenza verso i consacrati, ecc), quando esco dalla facoltà e passo in fabbrica assumo altri atteggiamenti, in particolare un linguaggio sboccato con i colleghi, una maggiore espansività nei contatti fisici, ecc perché è questo che l'ambiente in cui sto mi richiede, ma questo non significa che io sia un ipocrita o uno schizofrenico, semplicemente estraggo e rinfodero determinate mie caratteristiche a seconda se l'ambiente le legittima o meno. Allo stesso modo avviene con internet: una cosa che si nota subito ad esempio è l'abolizione delle forme di rispetto per l'anzianità, dato che nelle chat e nei forum a causa delle sparizioni dei corpi e quindi dei segni del tempo oggettivo, si entra in un eterno presente dove le differenze anagrafiche non legittimano più status minori e maggiori.
Ed è qui che trovo la prima falla nel tuo ragionamento: la realtà virtuale non è solo un non luogo (anche se non mi riconosco in questa espressione) ma è anche un non tempo, con una serie di conseguenze che vale la pena di analizzare. Se il nucleo duro (ma attenzione non metafisico né perenne) dell'io è la memoria, cioè quella riserva grezza di ricordi da cui noi selezioniamo una serie di frammenti facendone una trama per dire (e dirci) chi siamo, questa narrazione nella realtà avviene in un preciso spazio-tempo, dove il nostro io attraverso la lingua parlata si sdoppia (!!), da una parte infatti abbiamo il nostro corpo che emette il suono ed è visibile qui ed ora all'altro, dall'altra parte però il nostro narrarci prevede un ulteriore io invisibile all'altro che si pone al di sopra dello spazio e del tempo, e narra la propria storia come se la vedesse dal di fuori; questo secondo io atemporale lo denomineremo il "doppio", richiamando non a caso una figura onnipresente nella letteratura degli ultimi 200 anni. Bene, nella realtà virtuale quello che comunica quindi esiste, è il doppio, e solamente lui; questo doppio che non ha più l'ingombro del corpo guadagna alcune libertà, di cui quella che ci interessa in questo contesto è la seguente: quella di poter creare una nuova identità (più o meno simile a quella reale poco importa, e soprattutto differenze e somiglianze non devono avere connotati morali) poiché può selezionare ricordi e narrazioni di sé slegate dal corpo; ora saliremo ad un gradino ulteriore: una volta che il doppio si è creato la propria identità virtuale, la vive, cioè instaura rapporti, fa esperienze, ecc secondo questa sua nuova identità, quindi crea una memoria legata a questa sua identità, che può integrarsi o meno con quella "reale"... il concetto può sembrare intellettualistico, ma un semplice esempio dimostra il contrario: il mio doppio di versinvena è diverso da quello degli altri due forum di poesia che frequento, poiché si è plasmato attraverso una serie di discussioni-esperienze che gli hanno dato una precisa posizione/identità, cioè quella di un critico puntiglioso e spocchioso, che vede i difetti e sottace i pregi, ecc orbene, questo doppio versivenesco è molto diverso da quello di un altro forum che frequento abitualmente, in cui sono l'elemento anarcoide, spiritoso, imprevedibile... e perché questo sbalzo? semplicemente perché le memorie (quindi le identità) che il mio doppio ha assunto nei due forum sono diverse, eppure l'io "originale" rimane il medesimo!! Aggiungiamo un ulteriore difficoltà: poniamo (e mi è già successo) che si facciano i raduni di due forum a cui partecipo nello stesso giorno e nella stessa città, e che aggreghi per la cena persone di ambo i forum... si può immaginare facilmente il disagio provato a giustificare perché ho due doppi, che esistono in due spazi diversi ma nello stesso tempo (chi di noi non tiene aperto almeno due forum contemporaneamente?).

Se tiriamo le conseguenze di quanto finora detto, è semplice capire il perché molti di quelli a cui hai chiesto di passare da una conoscenza virtuale ad una reale si sono sentiti a disagio: tu sovrapponi e vorresti far sovrapporre anche agli altri due identità che non collimano, facendone una sintesi. Questo atteggiamento lo trovo solo parzialmente legittimo, dato che presuppone l'invasione di uno spazio che l'altro può giustamente ritenere privato, e che sta più a lui offrire, che non a te richiedere... a questo proposito è illuminante una ricerca svolta nel Regno Unito su un tema collegato al nostro: si è chiesto a ragazzi che frequentavano la stessa classe delle superiori se ritenessero migliore il rapporto che hanno con i loro compagni nella realtà o nel mondo virtuale: il 50% ha scelto la seconda opzione, motivando la risposta con un'argomentazione riassumibile in “nel virtuale i miei compagni sono più veri”... paradossalmente questi ragazzi hanno colto (perché la vivono, e molto più intensamente di quanto lo possiamo fare io e te, cresciuto con l'abitudine all'io forgiato dalla scrittura) una nuova realtà, solamente che nessuno gli ha dato i mezzi teorici per capire che i loro compagni non sono “più veri” nel virtuale e “più falsi” nel reale, ma solamente diversi, di una diversità che non è più possibile ricomporre in una sintesi.


"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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Post: 1.681
27/05/2011 09:55
 
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infatti sei un rompiballe di prim'ordine [SM=g8118], ma allora siamo stati noi ad ispirarti?! [SM=g8229]

ma come non concordare sulla tua analisi puntualissima della situazione? il "problema", se così possiamo chiamarlo, non è nel mio pretendere uno scavalcamento. tutti, a seconda del contesto in cui ci troviamo, ci comportiamo differentemente e non per ipocrisia o menzogna, ma per necessità. e l'hai spiegato ampiamente, ma lo sanno tutti perchè è normale che sia così, come è normale sentirsi non esattamente a proprio agio trovandosi contemporaneamente in presenza di due persone appartenenti a due spazi differenti, anche per i nostri doppi nella vita reale e non solo virtuale. ci basti pensare di essere in presenza di un amico e di un familiare nello stesso momento. è facile allora pensare che la compresenza del proprio io e di uno dei propri doppi virtuali possa essere particolarmente difficile da gestire e quindi non si pretende uno scavalcamento, nemmeno lo si richiede, nè (nello specifico da parte mia) si cambierà l'atteggiamento nei confronti di una persona che questo scavalcamento non lo cerca. ti pare?
però resterà una necessità taciuta, non nei confronti di tutti (io per esempio odio fortemente i raduni e non ci andrei mai, se non forse in incognita per studiare i comportamenti umani) ma di quelle persone che, a parole, avranno già scavalcato il muro che si innalza tra l'io e il suo doppio.

ti faccio un esempio: io ho conosciuto Mirella in un sito di poesie, ci siamo studiate attraverso i nostri testi, poi attraverso la chat e il forum, siamo entrate in confidenza e ad un certo punto la necessità di concretizzare questa conoscenza e il legame che in essa era venuto a creare è venuta da sola. mirella si è mostrata con il suo doppio legato alla memoria del sito? inizialmente sì, ma poi la memoria si è andata espandendo attraverso quello che era anche il nostro rapporto e sempre più collimando con quello che è il suo io reale, anche se non ho mai notato la differenza! ci siamo conosciute, ho vissuto la sua realtà quotidiana, la sua casa, i suoi tempi e lei stessa ed è stato tutto estremamente naturale, tanto che, appena possibile, tornerò a trovarla. Mirella è mia amica e, a qualunque spazio essa appartenga, il mio doppio e il mio io reale, per lei coincideranno sempre. così come è per lei, in una sintesi tra reale e virtuale che comprende il rispetto di alcune norme di comportamento dettate dai luoghi in cui si sta.

naturalmente non può succedere, nè io desidero che succeda, con tutti, ma non si tratta di io o di doppi, semplicemente di affinità, come diceva la nostra savia Fiorella e pure i nostri nonni nel popolar proverbio del "chi si assomiglia si piglia!" [SM=g8229]
con questo voglio dire semplicemente che una dichiarazione di amicizia, qualunque nostro io sia pronto a pronunciarla, è già la dichiarazione di uno scavalcamento e internet non c'entra più niente. a quel punto il pc diventa solo uno strumento e una opportunità.

e con questo, signori della corte, ho terminato! [SM=g8149] [SM=g8228]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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