Sola e puttana

veduta che macchia la tela
la nobile arte non svela
nel sole che scivola via
ogni sorriso una bugia

mascara acceso dalla sera
tra fumi vacui di balera
un velo serio come scialle
copre il tempo della pelle

oscilla sospeso quel tacco
nervoso compete con bacco
la coscia vestita di rete
è pronta finita la sete

divina dietro quella sigaretta
sfugge sguardi in lenta fretta
cullando altrove l'idea ignota
favola sola di un'altra vita

ragazza nel vetro specchiata
su brevi ricordi sdraiata
un bacio sincero riceve
pudore che non concede

Mi sarei aspettato una trattazione realistica del fenomeno prostituzione, invece leggo una poesia che secondo me è nata con l'idea sbagliata: mettere in rima AABB questo soggetto, usando a volte perfino degli arcaismi ("cullando altrove l'idea ignota", qui siamo profondo '800) fa sembrare il testo più un divertissement che una poesia seria. Non riesco a capire il perché di queste scelte di fondo, mi sembra che nelle tue ultime avessi perso certi vezzi.

Ciao Nihil, ho pubblicato questa vecchia poesia proprio per questo motivo, per non prendermi, e per non prenderci, troppo sul serio. Ultimamente ho l'impressione che si stia perdendo il vero senso di poesia, cercando a tutti costi la perfezione o l'originalità.
Come dici tu è un svago di parole, che più classico non si può