Maredinotte, 07/09/2011 11.30:
..... c'è questo donarsi interamente alla sensibilità del lettore che deve/può far sue le suggestioni e leggerci squarci di vita, di emozione non più mia, ma sua.
allora sarebbe interessante, al di là di ciò che io volevo dire, sapere cosa suggerisce a te in qualità di lettore, quali emozioni ti arrivano, cosa ne trai.
Ci proverò, però, come riflessione generale, ti dirò che io amo compenetrare il più possibile il pensiero, l'intento di trasmettere un significato che sia proprio di chi scrive; desidero arricchirmi di emozioni che da sola non potrei nemmeno immaginare, oppure ritrovare negli altri le stesse mie emozioni che magari prima credevo solo mie e difficili da esternare. Affinché si produca un'emozione, bisogna che riesca a mettere in relazione le immagini e le parole in un ordine che mi consenta di accedere a un retropensiero, il che a volte accade dopo una seconda lettura. Qui:
si vede che i legami si stringono
qui ho due tipi di input: 'i legami si stringono' mi farebbe pensare a un'evoluzione dei rapporti in senso positivo, se non fosse per quel 'si vede' sul colloquiale, che potrebbe essere un tantino ironico ma pure smarrito; al secondo verso c'è un paragone: allo stesso modo si stringono i granelli di sabbia ai polpacci quando soffia il vento -
Ecco, forse non trovo proprio appropriato 'si stringono' per i granelli di sabbia che, semmai, il vento solleva, sbatte, ma poi scivolano, si staccano facilmente dalla pelle; quindi mi viene da pensare che tu voglia dire che anche i legami sono precari come la sabbia; perciò sono due input diversi che non so bilanciare.
Nel seguito poi trovo il passaggio più ermetico: l'ombra di un ago, un ciglio caduto, la persistenza ostinata del corpo: ma persistente e ostinato rispetto a che cosa? Mi piace, ma non mi suggerisce un pensiero compiuto, diciamo che l'ombra di un ago nulla può, ma da dove ti viene questa immagine? Prima il corpo (o meglio una parte di esso) era alla mercé del vento e della sabbia, ora è ostinato e persistente... c'è questo ciglio caduto ai lati della bocca (immagine senz'altro poetica) ed è questo che s'infila tra i non detti, tra raggi di sole? (quel 'ma' lo oppone all'ombra dell'ago, mi sembra)?
Qui:
“dobbiamo vederci
consumarci dentro le ossa, perché
solo il vuoto ci rende un posto all’impiedi
stretti come in metrò, nel passaggio
dal buio alla luce”
quale legame c'è tra 'vederci', 'consumarci le ossa', quel 'vuoto' e il 'passaggio dal buio alla luce'?
A me il passaggio fondamentale sembra questo, però sono campi semantici differenti, non è automatico che dal vedersi si passi a consumarsi le ossa e tutto ciò che segue...
allora o il tuo intento resta non manifesto, oppure io sono tonta, specie a quest'ora poi
questo poi me lo devi proprio spiegare:
e a restare negli occhi
è solo un passo di fune
cosa vuol dire 'solo un passo di fune'?
Accipicchia, è meglio che vada in pensione anticipata
Però forse ora puoi capirmi: con questa confusione che ho in testa, quali emozioni posso liberare, se prima non trovano una direzione?
Ciao,
Rosanna
P.S.
Neanche un titolo, a illuminarmi un po'
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)