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libertad

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2011 19:51
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Post: 125
04/09/2011 12:32
 
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ultima
Succede che nasci senza accorgertene, arrivi a quarant’anni e vivi dentro un pretesto di anime. Di quelli che alla mattina non incontri nessuno e accendi un diesel nel silenzio di persiane, sdentate su orti tra reticolati. Quei pretesti che vedi alla finestra di domenica mattina prendendo un caffè; che toccano agli anziani in strada in lunghe scarpinate, agli schiamazzi di bambini attorno ai soliti ronzii, alle emittenti giù dal piccolo campetto, dove altre percentuali umane mirano, prima dell’addestramento a vincere.

Succede che arrivi a quarant’anni, da venti vai a lavorare tutti i santi giorni perduto in file e file di altri come te, che vedono file e file di altri come loro. Quelle file in cui speri succeda qualcosa e non succede mai niente. In cui ti riconosci in viaggio una volta accalcato, e ti puoi accorgere di acconciature dagli sguardi oltre i cristalli, che la poesia dovrebbe poter essere letta pure ai ciechi. Di chi non parla da chi parla, nel telefono e parole a parole con altre parole che non ricorderai, perché tu non sei più lì, e non ci sarai neanche domani.

Succede che arrivi a quarant’anni e osservi tutto. Hai una professione dove è meglio non guardare ma non ci riesci. Non sempre non guardare è non essere coscienti, oppure sai che prima o poi ti volti e qualcuno ti prende e ti trova da fare. Ti trova da fare e ti rimbocchi le maniche e dannati problemi. Di quelle professioni che se devi allora devi, e si comincia con una cosa e non si finisce più perché, è più facile che tutto passi dalla cruna di un ago piuttosto che questo mondo non cada in mille pezzi. Allora duri quel che duri, tanto prima o poi ritorni a casa e dormi.

Succede che arrivi a quarant’anni e non hai tempo o amici, poi improvvisamente trovi entrambi. Non ti viene l’idea che per divertirsi tocca spendersi in onore ai vecchi tempi, che le strade sono sempre quelle. Quelle che portano un nome da dimenticare, e chi se ne fotte. Lì ci hai abitato e lì pure, lì lavorato e lì pure. E un’altra volta storie per altre storie, con all’interno altre storie. Che solo Dio sa quante. Tu ballerai sempre per ballare, non curante degli sguardi ti si evitano, perché il tuo ti scappa da domande fuori luogo. E domani farai sempre in tempo a ripetere a superfici da mattino a sera.

Succede che arrivi a quarant’anni e ti sembra che a questo mondo le cose belle debbano durare poco, o tenute nascoste per il caso contrario. Può sempre arrivare qualcuno che ha voglia di lottare. Lottare per un diritto a esistere quanto le cose belle. Lotte in un dispendio di forze che ci si risparmia volentieri, in quanto è naturale, maledettamente naturale, non ci si potrà arricchire portandole via. Ma darle a chi le protegge proprio mettendosi da parte, manco a pensarci. Proprio tu.

Succede che arrivi a quarant’anni e tutti si soffre a questa vita, e a nessuno piace la sofferenza. Ma qualcuno la sofferenza non riesce ad accettarla e così, finisce che non ne impara niente, non sa, né come e né quando è il momento in cui la porta… la dà. E stramaledetta Intelligenza, che non è sinonimo di educazione o umiltà o moralità o umanità, bensì semplicemente portatrice sana di ognuna di queste malattie che da sola lo può essere. Oggi non più mortali.

Succede che arrivi a quarant’anni e accanto alle campane e al caffè della domenica mattina, la sera prima in un bicchiere aveva smesso di frizzare un’aspirina.




[Modificato da alex manunta 04/09/2011 14:16]




«Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l'erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
(Charles Bukowski)
-Siamo spazi indefinibili. Sempre noi ci riduciamo alla parola oltre- (alex manunta)
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Post: 711
08/09/2011 21:02
 
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Alex, non capisco perché hai inserito qui quella che evidentemente è una prosa, per quanto contratta ed elittica...


"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

No Copyright: copia, remixa, diffondi.






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Post: 125
09/09/2011 19:51
 
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non so perché... d'impulso l'ho inserita... forse per la maggiore visibiltà... sicuramente per scaturire domande. Comunque anche la tua lo è e rispondo... pardon. Rimuovetela, o meglio traslocatela in diario. Si, credo anch'io quello sia il posto più adeguato.

Un saluto.




«Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l'erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
(Charles Bukowski)
-Siamo spazi indefinibili. Sempre noi ci riduciamo alla parola oltre- (alex manunta)
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