|
09/09/2011 22:00 | |
le nuvole appartengono
al cielo che non ricorderemo
tolto di dosso quanto calze
oggi come ieri a paia.
il sole, più di noi lì a ridare
strette alle fughe delle palpebre
fitte di desideri da accollare
al primo deficiente col carretto.
«Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l'erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
(Charles Bukowski)
-Siamo spazi indefinibili. Sempre noi ci riduciamo alla parola oltre- (alex manunta) |
|
|
|
|
10/09/2011 11:20 | |
tolto di dosso quanto calze
oggi come ieri a paia.
pardon... questo passaggio non mi piace, non mi sembra nemmeno corretto
(io direi "tolto come calze, non quanto calze)
e l'ultimo verso non mi è chiaro.
Ma forse sono io che perdo colpi.
A parte ciò, la seconda strofa, a parte la rima, non è male.
______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF) |
|
|
10/09/2011 19:14 | |
Rosanna, togliersi di dosso qualcosa quanto qualcos'altro, in obiettivo dovrebbe unicamente indurre alla visione del significativo gesto. Tra l'altro ho cambiato il come con il quanto all'ultimo passaggio poiché per me più coincisivo. "Per me" , fine della storia. Sai, forse ricordi, di quando parlando con te io ti abbia sempre indicato questa mia precisa propensione. Abbiamo parlato, si, e benché il mio spesso sia un sovrasto di parole date dal poco tempo, con te ho soprattutto ascoltato. Con piacere. Ed è con lo stesso che apprezzo la tua coerenza nel bacchettarmi, quanto spero tu, con lo stesso un giorno accetterai la mia "in-utile" diversità.
In Affetto.
[Modificato da alex manunta 10/09/2011 20:00]
«Detesto i prati perché tutti hanno un prato con l'erba e, quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.
(Charles Bukowski)
-Siamo spazi indefinibili. Sempre noi ci riduciamo alla parola oltre- (alex manunta) |
|
|
10/09/2011 21:42 | |
Sai, forse ricordi, di quando parlando con te io ti abbia sempre indicato questa mia precisa propensione. Abbiamo parlato, si, e benché il mio spesso sia un sovrasto di parole date dal poco tempo, con te ho soprattutto ascoltato. Con piacere. Ed è con lo stesso che apprezzo la tua coerenza nel bacchettarmi, quanto spero tu, con lo stesso un giorno accetterai la mia "in-utile" diversità.
In Affetto.
Ma carissimo, sì che mi ricordo delle chiacchierate, tu sempre educatissimo e gentilissimo, io, a quanto mi pare, troppo chiacchierona , e poi lo sai: la voce è espressione essa stessa e a volte aggiunge il senso alle parole, perciò parlando si capisce meglio; però non è vero che ti ho bacchettato , era solo l'esile stelo di un fiore
Ciao carissimo
[Modificato da Versolibero 10/09/2011 21:44]
______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF) |
|
|
|