mi fa pensare al ventre materno ed anche la forma che gli hai donato me lo richiama, a ragione o torto.
Molto bella la prima strofa, evoca in me, l'evoluzione del corpo durante lo stato cosiddetto "interessante" (
è un ventre acquatico/quello che cresce sotto la gonna/una vita propria ).
Quella "lingua di scoglio", mi fa pensare al mitile e non so perché, che nasce e resta "attaccato" allo scoglio, proprio come un figlio fa con la madre.
"vocali aperte sotto la pelle
a dismisura"
qui ci vedo e sento vagiti...
La seconda strofa è meno incisiva della prima, a mio parere, a causa dell'ultimo verso, più difficilmente penetrabile.
Altamente espressivo quel:
"nessuno ne sa nulla
questo spostare la vita su piani"
Un abbraccio