Appunti di un tradizionalista

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Nihil.
00sabato 24 settembre 2011 12:28
C'è una corrente che mi attraversa
passa per club e spalti
ballo solo - slogo gli arti

c'è una batteria che pulsa nel fondo
di laghi e boschi, s'accanisce sul ritmo
se ne frega di decibel e condomini

come un'apache non posso perdermi
gli avi fanno da hub, navigatore
come i Carmina Burana nel lettore

anche Cristo mi guarda strano
quando con l'anti-lebbra
attraverso strade, rave e reading,

non ci posso far niente

se il mio medioevo scretcha, shocka
se la cornamusa si fa elettrica
in fondo l'amplificatore è una pala
ara la terra, la rende fertile
certo ci vuole la semente
mano dura, l'incoscienza
di chi non si vergogna
di croce e cresta

ma questa è la Tradizione
non la scarichi, archivi ed elimini
a piacere, è come un filo che lega
le ossa, le rende sciolte, pronte
per passi di guerra ed amore.



Francesca Coppola
00lunedì 26 settembre 2011 11:42

presenti un testo abbastanza discorsivo ma decisamente ritmato.
Non è il genere che preferisco e non riesco a coglierne l'essenza.

Nihil.
00martedì 27 settembre 2011 17:52
E' un testo un pò complesso come contenuto: spesso mi si chiede come possa conciliare l'amore per l'avanguardia e l'hi-tech con un tradizionalismo in fatto di costumi e visioni di vita... la risposta è qui: ciò che unisce l'oggi all'ieri è un ritmo che pulsa nel profondo, che a seconda delle epoche si esprime con strumenti diversi ma che non modifica il proprio battito. Ovviamente non è tutto oro, oggi la tradizione non può che esprimersi in forma shocking, e deve confrontarsi con quelli che la vorrebbero morte e sepolta, rinchiusa nei musei e nelle rievocazioni storiche. Grazie del commento.

daltonsuperfux
00mercoledì 28 settembre 2011 18:49
io non credo che sia un testo complesso, almeno dal mio punto di vista non lo è. le tue poesie, devo dire, mi piacciono molto, ma ho come l'impressione, ogni volta che ne leggo una, che non siano vere e proprie poesie. assomigliano più a testi di canzoni. e devo essere sincera, non sembra esserci, dietro questi testi, nessuna "tradizione", secondo il mio personale giudizio.
Nihil.
00mercoledì 28 settembre 2011 19:49
Hai fatto delle buone osservazioni Dalton, a cui vale la pena di rispondere in maniera dettagliata: quando ho cominciato a scrivere, credevo la poesia si identificasse con la lirica "alta", per cui i miei modelli erano Celan, Benn, Leopardi, ecc per imitarli ho cominciato anche uno studio sistematico della metrica, arrivando a comporre secondo schemi classici (sonetto, ballata, ecc)... il problema di questo approccio è che porta necessariamente a rivolgersi ad un pubblico di specialisti, conservatori sia in campo di forma che di tematiche, cosa che assolutamente voglio evitare... ergo, due anni fa, ho scelto di cambiare del tutto genere e punti di riferimento, incorporando nella mia scrittura elementi tipici della canzone pop, dello slang giovanile e di quel genere letterario denominato "populist" (Bukowski, Welsh, Houllebecq, ecc)... secondo alcuni questa fusione mi ha fatto uscire dalla poesia colta per approdare ad un prodotto ibrido fra la canzone d'autore e certa poesia minore (Boris Vian, Prevert, ecc), secondo altri è un approccio innovativo che rimane tuttavia all'interno del genere "poesia". Ora a me personalmente poco importa se con quello che scrivo rimango o no dentro i confini di un determinato genere, l'importante è che il prodotto sia di qualità e che il messaggio giunga ad un pubblico più ampio di quello sparuto e specializzato che frequenta i reading.
Per quanto riguarda la Tradizione: anche qui bisogna intendersi sui termini. Se per Tradizione intendiamo una serie di valori codificati e cristalizzati in istituzioni oggi viventi e operanti, sono d'accordo che non c'è nessuna tradizione dietro a miei scritti; se invece per Tradizione intendiamo certi valori perenni che oggi sono misconosciuti quando non negati e che io tento di riadattare secondo le peculiarità tipiche dei tempi, allora dietro ho una robusta Tradizione: Nietzsche, Schopenhauer, Cioran, Platone, i padri e i mistici della Chiesa direi che sono più di un'influenza a livello di tematiche e modo di trattarle. Il fatto che queste rimangano sottotraccia, e le nasconda il più possibile per evitare che possano interferire con l'immediata comprensione del testo, non dovrebbe ingannare il lettore più scafato. Grazie del commento.

daltonsuperfux
00giovedì 29 settembre 2011 18:23
be' il commento mi è sembrato doveroso dal momento che la "tradizione" sembra ricomprire una posizione di rilievo nella tua poetica, ma allo stesso tempo, non sembra essercene traccia. io per tradizione non intendo l'insieme delle convenzioni letterarie e schemi metrici consolidati, ma molto più letteralmente, tutto ciò che è stato tramandato: petrarca, zanzotto, carrols e bukoswky rappresentano indistintamente la tradizione.
alcuni giovani e molto dotati poeti nati negli anni '80 con i loro testi sicuramente non possono essere ricondotti entro solco della lirica alta, ma si può ravvisare dietro ai loro testi la tradizione, tutto quello che è venuto prima. kant diceva che un sentimento di piacere è attributo a ciascuno di noi dal nostro giudizio di gusto, davanti alla rappresentazione dell'opera d'arte.e una facoltà estetica è da presupporre in ognuno di noi, in modo universale e indiscriminato. ecco, secondo questo giudizio di gusto io riesco a ricondurre le poesie di alcuni alla categoria di poesie,seppure non incontrino il mio gusto personale. è come dire che esiste sicuramente il gusto soggettivo, (e difatti per esempio io non amo leopardi, ma di contro non mi stupisco che da altri sia considerato un grande poeta), ma esiste anche un discriminante, difficilmente interpretabile, tra ciò che è poesia e ciò che non lo è. e questo è per spiegare come io inserisca le tue "poesie" nella categoria di canzoni. sono sicura di non essere stata chiara ma tutto ciò è da imputare alla mia scarsa preparazione in materia.
grazie a te per aver risposto.
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