Nihil.
00venerdì 2 dicembre 2011 19:46
Puttana! Il cielo ci prova a temperare
quest'asfalto, a disegnare stormi di nuvole
appollaiate sui tetti, ma niente
gli scarichi fondono coi polmoni
ci si trincea nelle auto, negli autobus
s'inspira a fatica, anche le parole
sono messe male, fluiscono a fiotti
come un ciclo, senza senso
il silenzio è peggiore, pretende troppo
zittisce il dissenso delle cuffie
che comunque vanno, non stoppano
il conato dei vicoli, gli danno ritmo
quasi ci fosse una melodia a sostenere
lo scontrarsi dei corpi, i san pietrini divelti
dalle mandrie di mendicanti, il fragore
di un militare smaltato sulla jeep
che si rolla il trinciato
ed è uno sparo
il tuo venirmi incontro, sorridente
quasi la vita potesse andare avanti
solo più zoppa, col suo bacio
che nemmeno nasconde
lo scricchiolare del teschio.
Francesca Coppola
00martedì 6 dicembre 2011 10:10
la trovo davvero ottima! e con questa devo dire che mi hai piacevolmente stupito.
Davvero bravo Leo, ne hai fatto un affresco così vissuto, ma questa volta da una realtà così "concreta" hai saputo in qualche modo non solo "sparare a zero/colpire" ma tirare fuori poesia, specie nella prima parte della chiusa.
ecatmel
00martedì 6 dicembre 2011 15:34
a me è piaciuta moltissimo devo dire... quel puttana iniziale è uno sparo, lo stesso che riprendi nell'ultima strofa e, in mezzo, altre due strofe che definirei urbane, quasi indipendenti ,come se la deflagrazione spostasse sugli oggetti, le cose, la strada tutto il malessere, la disperazione.
sì, decisamente interessante!
ciao
mire
Versolibero
00martedì 6 dicembre 2011 21:53
Efficace l'incipit, sorprendente e incisiva la chiusa,
forse trovo qualche appesantimento alla lettura qui:
ci si trincea nelle auto, negli autobus
s'inspira a fatica,
(.........)fluiscono a fiotti
come un ciclo, senza senso
il silenzio è peggiore, pretende troppo
zittisce il dissenso delle cuffie
che comunque vanno,
Comunque buona nell'insieme.
Maredinotte
00mercoledì 7 dicembre 2011 22:52
molto buona, nihil! bravo!