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daltonsuperfux
00giovedì 1 settembre 2011 01:52
chè mi finisco qui e in tutta fretta
raggrinzo striminzisco io mi riduco
chiusa sfatta da tali nodi stretta
è persa l'esca il verme rotto il muco
daltonsuperfux
00martedì 6 settembre 2011 19:12
forse dovrei modificare l'ultimo verso
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 09:51

Forse nell'ultimo verso manca <<ha>>?
Però quel verme e quel muco... grrrr [SM=g11768] [SM=g8228]

Nel secondo verso quell'<<io>> è in più, se vuoi stare nell'endecasillabo

ciao
Maredinotte
00mercoledì 7 settembre 2011 11:10
l'io del secondo verso non è in più, per l'endecasillabo, perchè fa sinalefe, in pratica per la metrica è come se non esistesse.

in effetti quel muco mi disturba, ma fa parte della scena: ho perso l'esca perchè s'è rotto il verme e ha rilasciato il muco.

insomma... io non vedo che dovresti cambiare. sta bene così! [SM=g8204]
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 15:04
ok, grazie roberta.
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 15:52
Maredinotte, 07/09/2011 11.10:

l'io del secondo verso non è in più, per l'endecasillabo, perchè fa sinalefe, in pratica per la metrica è come se non esistesse.
[SM=g8204]



[SM=g8192]
Te lo puoi scordare Robertina [SM=g11637] [SM=g8228] , in questo caso è impossibile leggere:

raggrinzo striminzisco_io mi riduco

come me lo leggi sto striminziscoio? [SM=g8192]


se vuoi l'endecasillabo è:

rag\grin\zo \stri\min\zi\sco\ mi\ ri\du\co

capperi [SM=g8124] ci scommetto, ché ho bisogno di dinero [SM=g8228]



P.S.
Se passa Nihil, che è più fresco di metrica, forse saprà dirti perché ho ragione io [SM=g8166] altrimenti devo farmi il ripasso [SM=g8799]


Ciao

Maredinotte
00mercoledì 7 settembre 2011 15:57
[SM=g8192] io lo leggerei così "striminzisc'io mi riduco" sopprimendo la o di striminzisco che nella lettura del verso passa già normalmente in secondo piano, essendoci l'accento sulla sillaba immediatamente precedente.

poi vabbè, trovami la regola che me lo vieta e ti regalo una quartina elogiativa!! [SM=g9295] niente dinero perchè non ne tengo proprio!!


@dalton: però io lo volevo sapere perchè volevi cambiare il verso!!!! [SM=g8127]


besitos
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 16:47
non c'è bisogno di studi di metrica per dire che quello è un perfetto endecasillabo (settenario + quinario, e ad ogni modo se uno non ha orecchio è inutile proprio affrontarli gli studi di metrica, meglio scrivere in versi liberi).

volevo cambiare "il muco", perchè non mi convince molto.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 16:51
per rosanna.
forse questo potrà convincerti:

it.wikipedia.org/wiki/Sinalefe
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 16:55
no, forse è meglio questo, rosanna.

www.poetionline.com/Metrica-Italiana/sinalefe.html
lunasepolta
00mercoledì 7 settembre 2011 18:26
Ho trovato il seguente link
Potrebbe essere utile alla questione?




Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 18:37
Re:
Maredinotte, 07/09/2011 15.57:

[SM=g8192] io lo leggerei così "striminzisc'io mi riduco" sopprimendo la o di striminzisco che nella lettura del verso passa già normalmente in secondo piano, essendoci l'accento sulla sillaba immediatamente precedente.



per me è una forzatura innaturale, un verbo non si puà elidere (dovremmo poi metterci anche l'acca, per lo meno mentalmente?

Senza contare che nella poesia d'oggi le tronche vanno a scomparire, e una pronuncia del genere ci riporterebbe col gusto a secoli indietro; credo che neanche i Grandi di allora oggi sceglierebbero quella soluzione.

Ora dico: se in un verso è impossibile trovare l'armonia fonica ben venga perfino la licenza poetica se occorre per questione di ritmo e non c'è altra soluzione, ma in questo caso, oltre a forzare il ritmo artificiosamente, si farebbe un attentato alla musicalità, questo "striminzisch'io" mi sa che mi procurerà gli incubi stanotte [SM=g8166] [SM=g8166]


Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 18:44
Re:
lunasepolta, 07/09/2011 18.26:

Ho trovato il seguente link
Potrebbe essere utile alla questione?



Sì, Leda, lo cercavo e mi hai anticipato, quindi tra la la "o" di striminzisco e "io" c'è iato in quanto la "i" di "ìo" è accentata e quindi diventa vocale forte, giusto?


Rosanna


daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 18:45
la sinalefe non è l'elisione. e anche se non avvertita è sempre una sinalefe. la pronuncia non è "STRIMINZISC'IO" ma "striminzisco, io". fidati.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 18:51
la questione degli accenti è molto controversa. ad ogni modo è tutta una questione di orecchio. lo iato c'è se entrambe le vocali sono accentate. un verso di patrizia valduga recita: "finchè avrà fine il tempo e fine il mondo" in questo caso c'è sinalefe tra finchè e avrà nonostante la prima vocale della sinalefe sia accentata. ripeto è solo una questione di orecchio. se l'orecchio non dovesse venirvi in soccorso il fatto che questo endecasillabo si componga di un settenario e un quinario dovrebbe rassicurarvi sul fatto che sia un vero endecasillabo. ad ogni modo la questione non era questa (essendo io abbastanza sicura dei miei endecasillabi), la questione era sull'ultimo verso.
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 18:53
daltonsuperfux, 07/09/2011 16.47:

non c'è bisogno di studi di metrica per dire che quello è un perfetto endecasillabo (settenario + quinario, e ad ogni modo se uno non ha orecchio è inutile proprio affrontarli gli studi di metrica, meglio scrivere in versi liberi).




Urka! Mi ci scappa da ridere [SM=g8228]
E chi sarebbe a non avere orecchio? [SM=g8074]

I tuoi link non mi sono stati utili, come hai potuto vedere lo sapevo anch'io che tre vocali consecutive possono formare dittongo (come in "a\iuo\la, per esempio);

forse, però, ti può essere utile questo link, perché io sostengo che nel tuo verso c'è dialefe, non sinalefe:


docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:bcbf1vspZxMJ:www.terresommersegroup.com/documenti/%25C3%25A8tempodicultura/2010Giugno/16.pdf+dialefe&hl=en&pid=bl&srcid=ADGEESjvZ7EKpXmxPidyZYNnRYJmjoQxl3KCL-0mGbKtR4N8vG-hBkjvOsUk-qPRTiQsWtiSIbHkfL50gIC4wt8srCb4Ymb1jx2418ltRkvrwqXWnFWStf5OmHCpFCNJ3HRHcPxWyh8b&sig=AHIEtbTCiL28wKlXbMhcO0Sy1m...



Rosanna


daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 19:01
ok. allora facciamo che è un dodecasillabo? e sì lo sto dicendo solo per porre termine a questa sterile polemica (so per certo di avere ragione). è un dodecasillabo e tale voglio che rimanga.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 19:04
aggiungo solo che l'accento nel verso non è su "IO" ma su "MI". quindi 2-6-8. con questa chiudo.
Maredinotte
00mercoledì 7 settembre 2011 19:21
basta che non ci picchiamo per un endecasillabo, eh!!

che la sinalefe non sia un'elisione lo si sapeva, ma a livello sonoro, almeno nella mia lettura -e non essendoci nessuna virgola- sento l'accorpamento delle vocali che, nel mio linguaggio non propriamente tecnico, non vuol dire che le togli, ma semplicemente che le pronunci meno o, in una pseudomatematica, che la voce tende più velocemente a IO piuttosto che alla O di "striminzisco". cosa che, appunto, a me non è apparsa per nulla innaturale.
come ci conforta il fatto che settenario + quinario = endecasillabo.

ad ogni modo, va bene il confronto e sono felice che si crei, ma restiamo calmini! [SM=g8217]
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 19:43
daltonsuperfux, 07/09/2011 19.01:

ok. allora facciamo che è un dodecasillabo? e sì lo sto dicendo solo per porre termine a questa sterile polemica (so per certo di avere ragione). è un dodecasillabo e tale voglio che rimanga.



"Sterile" polemica?
Mi sembra che ognuno attinga alle sue fonti; Leda e io abbiamo portato due link che confermano che tra la o e la i di striminzisco |io c'è IATO; poi per me potete chiamare endecasillabo anche un verso di quindici sillabe.

"E tale voglio che rimanga"
Ma la questione non è stata posta da me nei termini: "Togli la sillaba in più", bensì: "Per me sono dodici sillabe", e no ho bisogno di contare, ma solo di leggere ad alta voce.
Per ora la tua certezza non l'hai dimostrata.
Finiamo col rimanere con le nostre opinioni?
O mi spieghi quando c'è dialefe?

Leggo nel link che ho posto:

E \io \a\ni\ma\tri\sta\non\son\so\la

e non:

e_io

eppure non le ho scandite io, ti assicuro.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 19:48
ho già scritto che la dialefe c'è quando entrambe le vocali sono accentate, in fatti nel verso che hai riportato "e" e "io" sono enrtrambe accentate. ti avevo riportato anche un verso di patrizia valduga che smonta la possibilità di dialefe con una vocale accentata e l'altra no. poi ci sono casi e casi. secondo me questo è un caso di sinalefe tra "striminzisco e io".
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 19:52
sterile polemica in quanto hai impiantato una discussione che importa solo a te: se il secondo verso sia un endecasillabo o meno. io avevo dubbi sulla qualità dell'ultimo.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 20:01
ho appena trovato un verso di patrizia valduga da donna di dolori (scusatemi se cito solo lei ma sono gli unici libri che ho adesso con me): lo cito sperando di essere esaustiva: "cosa c'è poi di strano?...io non rispondo".
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 20:07
Forse dimentichi che, postando al pubblico e per di più in un laboratorio, il lettore può prendere benissimo in esame la forma, sotto qualsiasi punto di vista, al di là di quelli che sono i tuoi intenti sui quali non voglio sindacare, tra l'altro la discussione si è protratta perché io e maredinotte stiamo discutendo di tesi opposte e senza alcuna polemica.

Poiché ho notato che tre versi su quattro sono endecasillabi, non potevo non farti notare che uno su quattro secondo me non lo è.

Riguardo a: <<aggiungo solo che l'accento nel verso non è su "IO" ma su "MI". quindi 2-6-8. con questa chiudo>>
ci tengo a dire che non ho menzionato le sillabe su cui cadono gli accenti tonici nel verso, ma distinto invece la vocale "i" debole di "aiuola" da quella di "io" che diventa forte per via dell'accento sulla ì, da cui da dialefe.

Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 20:18
Re:
daltonsuperfux, 07/09/2011 19.48:

ho già scritto che la dialefe c'è quando entrambe le vocali sono accentate, in fatti nel verso che hai riportato "e" e "io" sono enrtrambe accentate. ti avevo riportato anche un verso di patrizia valduga che smonta la possibilità di dialefe con una vocale accentata e l'altra no. poi ci sono casi e casi. secondo me questo è un caso di sinalefe tra "striminzisco e io".



Scusa, ma dove lo vedi l'accento sulla prima "E"? semmai puoi dire che la "e" è una vocale forte, come lo è una i su cui cade l'accento nella pronuncia di una parola: pianto ha la i debole, pendio ha la i che diventa forte perché nella pronuncia è lì che cade l'accento, perciò E e Io si elidono, come si elide la O vocale forte e la I di io nel tuo verso.



daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 20:20
ok.hai ragione. uno può prendere in esame qualsiasi aspetto della poesia. ma secondo me gli accenti tonici del verso sono importanti per stabilire se siano presenti dialefe o sinalefe.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 20:24
e poi io chiedevo a voi un consiglio su un aspetto a mio parere più delicato e sostanziale di quanto credo possa essere la questione tecnica (che a torto o a ragione non mi preoccupa). invece alla fine mi sembra che questo spazio di confronto sia diventato una cattedra, o nel migliore delle ipotesi una pedana da cui si sono lanciate sfide che si misurano a colpi di link.
daltonsuperfux
00mercoledì 7 settembre 2011 20:31
anche per colpa mia sicuramente.
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 20:34
Re:
daltonsuperfux, 07/09/2011 20.01:

ho appena trovato un verso di patrizia valduga da donna di dolori (scusatemi se cito solo lei ma sono gli unici libri che ho adesso con me): lo cito sperando di essere esaustiva: "cosa c'è poi di strano?...io non rispondo".



Il verso che hai riportato di Valduga? Per me è un ipermetro, e abbondantemente!


che \ co\sa \c'è \ poi\ di\ stra\no\ io\ non\ ris\pon\do

a me risultano essere ben 13 sillabe!

Ma quand'anche si volesse considerare in sinalefe le vocali in "strano_io" (orrore!), sarebbero comunque 12 sillabe!


Termino dicendoti che io non studio metrica sulle poesie di Valduga (che, in genere, nemmeno mi piace come poetessa), ma se tu la consideri esemplare per la metrica canonica, fai pure...

Ciao [SM=g8320]
Versolibero
00mercoledì 7 settembre 2011 20:47
Re:
daltonsuperfux, 07/09/2011 20.20:

ok.hai ragione. uno può prendere in esame qualsiasi aspetto della poesia. ma secondo me gli accenti tonici del verso sono importanti per stabilire se siano presenti dialefe o sinalefe.



Gli accenti tonici sono importanti eccome, per dare ritmo al verso, in genere ci sono tre accenti forti, vero? Parlo dell'endecasillabo canonico; però una cosa è importante sottolineare: gli accenti tonici (metrici) non possono spostare l'accento ortografico di una parola;
mi spiego: noi pronunciamo paròla, mai pàrola o parolà, quindi nel verso l'accento tonico non potrà che cadere sulla ò, per questo sarebbe brutto leggere iò, per esempio.



daltonsuperfux, 07/09/2011 20.24:

e poi io chiedevo a voi un consiglio su un aspetto a mio parere più delicato e sostanziale di quanto credo possa essere la questione tecnica (che a torto o a ragione non mi preoccupa). invece alla fine mi sembra che questo spazio di confronto sia diventato una cattedra, o nel migliore delle ipotesi una pedana da cui si sono lanciate sfide che si misurano a colpi di link.



no, scusa, sei stata la prima a lanciare i link, e te ne ringrazio, solo che non erano esaustivi. Che male c'è nell'andare a fondo a una questione? Sei fortunata ad essere arrivata qui, in genere altrove abbonda buonismo e superficialità.

Non ho inteso trascurare la questione per te principale, ma lì si tratta di contenuto e non avevo nemmeno capito bene cosa volessi cambiare. Se hai in mente delle alternative, ti posso (e possiamo) dire in base al mio\nostro gusto.

Non parlerei neppure di colpa tua, è stato un confronto vivace, sennò sai che noia :), ora però ci siamo spiegate [SM=g8320]

Ciao


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