La vita pubblica

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Francesca Coppola
00lunedì 12 settembre 2011 12:52


dove tutto nacque incerto si perdono
parole che vive e infelici attendono
la magia di un titolo dalla trama oscura

e c’è Gloria che disegna cuori e frecce
e vende quattro foto a mici e matti

lì, dove non c’è la meraviglia
di due piccioni che s’imboscano
e la signora poesia mendica
pollici verso l’alto

il rischio è quello di vedersi chiedere
il cambio cerniera da un cliente
per una borsa che non hai mai venduto



Clodiaf0904
00lunedì 12 settembre 2011 15:49
La tua poesia, Francesca, si sta facendo sempre più riflessiva e le riflessioni, a tratti, amare; ma anche questa è la sua funzione,
"dove non c’è la meraviglia
di due piccioni che s’imboscano
e la signora poesia mendica
pollici verso l’alto".
Bella questa strofa, mi ha colpita.

La vita pubblica, sì, a volte ci dà la sensazione che la gente si aspetti da noi qualche "vendita", e se ne lamenta, anche quando non vendiamo niente. Condivido.

La prima strofa ha un attacco lirico dolce e malinconico; forse - dico forse - quel "si perdono" sintatticamente non è subito chiaro, crea una piccola confusione; ma, leggendoti da tempo, immagino sia voluto. La nota più colorata è Gloria: questa figura mi è piaciuta subito, simboleggia - a mio modo di sentire - la creatività e l'imprevisto, l'irrazionale in una vita tutta preordinata.

[SM=g9495]



Francesca Coppola
00martedì 13 settembre 2011 10:18

Grazie Fiore del graditissimo commento.
Sì, penso che il mio modo di scrivere è in continua evoluzione, dunque è evidente un certo cambiamento [SM=g8362] .

Quel "si perdono" volutamente messo lì, voleva enfatizzare quel perdere di significato, quel non afferrare già espresso nella prima strofa, ma ancor più presente semmai, nella sua collocazione sintatticamente imperfetta/monca.

E hai bene interpretato anche il senso globale.

Un abbraccio [SM=g8322]


Versolibero
00lunedì 19 settembre 2011 01:55
Anche questa, cara Francesca, è molto bella, ma mentre dalla seconda strofa in poi si fa concreta, fisica, tangibile e visiva, il primo verso, al contrario, lo trovo troppo generico; in realtà non riesco a mettere a fuoco quel "dove tutto nacque incerto" e forse il passato remoto conferisce un che di solennità; non so, quel "tutto" in realtà è un termine senza identità.
E se iniziassi dal secondo verso?


parole vive e infelici attendono
la magia di un titolo dalla trama oscura

e c’è Gloria che disegna cuori e frecce
e vende quattro foto a mici e matti


altrimenti rivedrei in qualche modo il primo verso perché anch'io, sulle prime, ho trovato difficoltà nella versificazione con il verbo alla fine.


Francesca Coppola
00lunedì 19 settembre 2011 14:13

ti ringrazio Ros del tuo commento che mi permette di chiarire un ulteriore punto.

Lo stesso titolo apre le porte a un incipit "superficiale", di facciata, generico, come appare o può apparire la vita pubblica.
Il riferimento è alla poesia in rete, forse questo aiuta a comprendere meglio.

Un abbraccio [SM=g9550]

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