Metamorfosi

Io che apro
il sole,
sopra il manto arancio-nebbia del mio umore
e scorro
linfa,
a mescolarmi nella rivolta della terra

io che sono
pane, e mi lego in amido e farina
sciogliendo la bocca
nel perdono del sangue,

che salpo
spiagge che non hanno porto,
e sono scia di semi senza stelo e senza frutto
appesi all’anima svuotata dentro un piatto
che è rapina e dolore,
tra brandelli di sostanza e forma,

e strappo la ragione,
iena e sciacallo,
ai margini della testa del diritto
nell’ agonia delle fauci, senza rovesci di medaglia,

io …
dissoluzione e estasi,
pietra e paravento, silenzio e parto
del lupo,
nel gelo che consacra le stagioni
alla tribalità del ritmo

liuto e arpa,
tuono d’immensa Giustizia e di Misericordia infinita,
germoglierò la polvere
tra le mani del deserto,

e muteremo “il pianto in lacrime di gioia”.