Ombre

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daina62
00lunedì 29 agosto 2011 16:33
Ho raccolto le ombre
per farti la notte.

Tu
che spillucchi nei fiori
e mi dai arcobaleno.

Tu che
già più non m'appartieni
(e l'ho sempre saputo).

Rattengo
conchiglie tra le dita
gocce di terra

fresco di bosco
ombre, in fila:

mercenari del tramonto.
Francesca Coppola
00martedì 30 agosto 2011 11:27

Benvenuta fra noi! [SM=g8900]

ho letto un po' di volte questa tue e devo dire che mi sfugge qualcosa, la trovo leggermente in contraddizione.
ti vedo raccogliere ombre fare la notte a qualcuno o qualcosa, una storia d'amore ormai finita?
ma lui attinge dai fiori e dona arcobaleno, una festa di colori che chiama allegria o potrebbe essere l'arcobaleno nato dopo un temporale.

Lo stesso lui che sai non appartenerti più, ma forse non è mai stato tuo.

Poi di questo non mi arriva molto:


Rattengo
conchiglie tra le dita
gocce di terra

fresco di bosco
ombre, in fila:

mercenari del tramonto.




Un saluto e a presto![SM=g8362]



daina62
00martedì 30 agosto 2011 12:17
[SM=g8149] grazie Francesca per il tuo benvenuto, per aver dedicato il tuo tempo a rileggere questa mia e per le tue acute osservazioni ed onestà di critica. Quello che desideravo.
Inoltre ho notato... rileggendo...ehm... ehm... (io li odio i puntini di sospensione, ma solo nelle poesie, si vede?) che non ho inserito in calce la dedica!
Se avessi inserito: ai miei figli sarebbe diversa la lettura? O se avessi messo anche come terzo verso (ritenuto inutile e banale nella immagine) "per mostrarti le stelle", che dà un indizio in più sul ruolo di madre, sarebbe stata più chiara?
Per ora non apro la discussione sulla chiusa, spero qualcuno possa intervenire e vedervi un qualcosa, ma mi riservo di farlo anche per sapere se potesse arrivare il messaggio scrivendo in maniera diversa.
Una buona giornata a tutti.
Francesca Coppola
00martedì 30 agosto 2011 12:28

inserendo la dedica sì, credo cambi la lettura (donandogli un senso più chiaro) anche se l'ultimo verso -mercenari del tramonto - non riesco a ricondurlo a niente, mi spiace.

[SM=g8139]

Nihil.
00domenica 4 settembre 2011 14:38
Credo l'ultimo verso per essere compreso vada letto come completamento del distico precedente: in questo caso sarebbero le ombre ad essere mercenarie del tramonto, un'immagine che trovo originale. La poesia non mi dispiace, è classicheggiante nell'impostazione ma non banale nel contenuto (almeno dalla terza strofa in poi), secondo me è un ottimo punto per costruire qualcosa di più personale e moderno.





Nihil.
00sabato 24 settembre 2011 12:25
Ma l'autrice c'è ancora o il suo è stato un passaggio di sfuggita?


daina62
00sabato 24 settembre 2011 17:33
[SM=g8119] Si, ci sono, scusatemi, ero in altre faccende affaccendata.
Volevo ringraziare per gli ottimi spunti critici che mi avete dato.
Si, i mercenari sono le ombre, infatti, anche se forse con questa scrittura non si vede, ho usato i due punti.
Ora davvero mi è sicuramente chiaro e lampante il mio difetto principale: molto utile la capacità di sintesi, in me gioca il ruolo perverso del troppo taglio, sino a pretendere che il lettore debba per forza intuire le mie metafore, e non lascio nessun buon indizio affinché questo succeda, il messaggio che vorrei portare diventa nullo, o al massimo insufficiente all'essere esattamente interpretato.
Ora provo a postare tutti i versi, compresa la ex chiusa, che ho tolto in quanto per me parlava di un ulteriore messaggio (mentre invece, si rilega moltissimo e è effetto del primo= la speranza che i nostri figli siano lì a sostenerci nella fine).
E certo che pure la scelta del titolo che spesso uso per indirizzare la lettura... qui sono stata davvero una frana! Vediamo così:


PAURE. (ai miei figli)

Ho raccolto le ombre
per farti la notte
e mostrarti le stelle.

Tu
che spillucchi nei fiori
e mi dai arcobaleno.

Tu che
già più non m'appartieni
(e l'ho sempre saputo).

Rattengo
conchiglie tra le dita
gocce di terra

fresco di bosco
foglie e tronchi.
Ombre, in fila:

mercenari del tramonto.

Lì ti vedo
innalzarmi i piedi ai rami
oltre le fronde al cielo

dive è vetro l'aria.

argh!!! ma si capisce? mmm... bho!
[SM=g8228] alla prossima entrata la legenda: scriverò solo grafici in prossimo futuro?
Versolibero
00sabato 24 settembre 2011 21:51
Anch'io ti annoveravo già nella folta lista di utenti-fantasma [SM=g8110]
Dirai: 'ma dov'è il tuo commento?'
Avevo lasciato il mio commento ne 'La piazza', lo riporto anche qui.

***

(...) Una poesia non basta per entrare nei meandri dei pensieri di un autore, quindi vado a senso.


Ho raccolto le ombre
per farti la notte.


A me pare che tu voglia dire: l'esistenza è un alternarsi di momenti luminosi e di quelli bui, ma cerco di raccogliere le ombre affinché il tuo cammino non inciampi in esse, quindi in quel 'farti la notte' leggo premura e attenzione.
Forse potresti esprimere ciò in un altro modo meno ermetico, se è quel che realmente intendevi.


Tu
che spillucchi nei fiori
e mi dai arcobaleno.

Tu che
già più non m'appartieni
(e l'ho sempre saputo).


Credo che "spillucchi" sia un refuso, mi pare sia corretto "pilucchi".
In queste due strofe c'è un 'passaggio obbligato', per così dire: quello in cui una madre si rende conto che il figlio è ormai una persona autonoma e indipendente, capace di sentimenti suoi, per cui sembra che per la madre ottenga solo spiccioli di momenti, ma è da questi attimi che sembra dipendere affettivamente, pur nella consapevolezza che l'amore fra madre è figlio avrà una nuova forma, non sarà più di mera appartenenza: non sarà la possessività a tenere legati a sé i propri figli, i quali, pur diventando autonomi e allontanandosi per la loro strada, non cessano di amare la madre.

Rattengo
conchiglie tra le dita
gocce di terra

fresco di bosco
ombre, in fila:

mercenari del tramonto.


Non ho ben capito quell'"ombre, in fila", però il tramonto non lo intendo come fine della vita ma piuttosto come un momento di passaggio dalla luce al buio (e dalla presenza all'assenza); vedo un parallelo tra il desiderio di trattenere la luce del sole al tramonto e quello di godere ancora un po' il calore dell'affetto di un figlio.

***


Ciao,
Rosanna
daina62
00domenica 25 settembre 2011 21:57
Grazie Rosanna. Debbo dire che hai colto tutto il messaggio che volevo dare! A parte nella chiusa, dove volevo invece intendere che ora (poi al più tardi spero) sono io ad avere paura della fine, e quelle ombre sono quelle dei tronchi di un bosco che sulla terra appaiono tutte in fila, come soldati, le paure "al servizio" della morte. Ma debbo dire che la tua interpretazione mi trova favorevole e concorde e credo (e questa è per me la vera forza della poesia, a volte) che il mio subconscio avesse forse voluto dire anche quello che tu leggi.
Riguardo i termini, spiluccare credo sia quasi sinonimo, forse di significato più esteso, a tutti gli alimenti, pur essendo partito dal mangiare un acino per volta, un po' come sbocconcellare.
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