Solo una lettera

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Francesca Coppola
00venerdì 4 dicembre 2009 14:16
È amore ma si confonde tra le righe di una pena.
Sai, un giorno ho creduto che le coincidenze avessero ragione e che ad ogni azione corrispondesse effetto, certo l’ho avuto ma talvolta non quello sperato. "Amici mai, caro amore" lo dissi in un giorno di ottobre, quando ancora non sapevo che saresti diventato mio. Da allora sono trascorsi nove anni che sanno un po’ di rimpianto e di consolazione. Mi ritrovo a perdermi fra mille congetture di quello che poteva essere e che non è stato, a chi ha sferrato il primo colpo e poi lo ha dimenticato.
E ancora mi chiedo perché per ogni cosa o per il semplice fatto di essere al centro dell’attenzione me la prendo con te e ti offro su un piatto d’argento la parte peggiore di me. Se potessi esprimere ciò che provo e dar voce a tutti quei pensieri che spesso ti celo, se solo potessi spiegare le mie ragioni che fanno a cazzotti ogni volta che provo a non amarti. Se riuscissi a non farmi del male rimembrando Lei e tutto quello che non ha voluto sapere. Se non esistesse possibilità, declinerei ogni dubbio.
Possessione è la parla giusta, tu sei mio, io ti sento mio. Ma ogni tanto, il gioco del massacro si rifà vivo e mi rapisce la paura di un rifiuto, il tuo. Non riuscirai mai a capire realmente la portata del mio cuore, capace di distendersi solo al tuo tocco e battere regolarmente al suono di ogni tuo colore.
Io sarò lì, in ogni gesto che hai scordato di fare, in ogni parola che ha perso il gusto, nelle vie che hai affollato, nei giorni che non hai vissuto. Mi farò piccola quando avrai paura di mostrarmi quello che non vorresti che io sapessi mai, sarò per te collina, quando avrai bisogno di me. E ti giuro che avrai me anche quando non mi avrai.
Queste poche righe, che non potranno certamente contenere quel sentimento straripante che solo tu sai possedere, sono solo aria in una giornata di troppo. Amore, perché sai che è amore anche se si nasconde in una missiva che non ha niente di convenzionale /come d’altronde anche noi/ per poi infilarsi in discorso che è la nostra memoria e che ci riporta ad essere quello che siamo, oggi insieme.

-E come al solito, come ogni mio affanno farà parte di tutto quello taciuto e tenuto stretto come paura sotto al cuscino, questa lettera vuota d’inchiostro-.









Francesca Coppola
00lunedì 7 dicembre 2009 14:31


è amore ma si allontana in quei giri di chiave così sospetti, come quando mi abbracci... e tra me e te un lenzuolo di moine, di colori svelti. Lo so che è amore, e me lo racconto ogni volta allo specchio, capelli alzati e occhi attenti, indietreggio spazzola alla mano.

Vorrei saperti leggere
quello che ostinatamente,
mi nego senza ripartenze.

Ho cercato il bicipite perfetto
nei risvegli di un mattino,
troppo lento.

E meritando questo cammino, mi dimentico il contesto di mille meraviglie al chiaro di urla e vendette. Sei mio, solo mio e volo legata ai piedi e mi aspetto ma ti ritrovo e passeggio ma ti sono dentro.


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