allarga e stringi: giochi d'iride

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Maredinotte
00martedì 24 maggio 2011 13:43
(qualcosa è, la metto qua)



mi piacciono le persone quando si mettono a parlare di se stesse
ma non quando scelgono un interlocutore preciso
mi piacciono che scavano, dialogano con l’altra loro voce
si vede una certa tenerezza, come la necessità di proteggere
qualcosa di indifeso, un bambino piccolo che guarda spaurito
e poi di punire le proprie debolezze, dopo averle riconosciute
e odiate. l’autoflagellazione e poi subito
il perdono

la bonaria severità con cui ci ammoniamo d’un errore
l’indulgenza di fronte al dolore, perchè quello è un sentimento vero
non come chi dall’alto ci regala l’illusione del perdono
si complimenta con invidia rafferma o cova vendette
nell’angolo della solitudine

l’universo è fatto di compensazioni
è un’equazione a più soluzioni ma sempre si riduce a zero
anche se parlando di entropia, quella cresce all’infinito

spesso dico “tu non lo sai” come se avessi in mano
le risposte, solo perchè
a volte
ho vissuto risvegli improvvisi
e per un attimo s’è sciolta quella nebbia pastosa in cui viviamo
ma è stato poco, poi s’è ricomposta
e sono tornata nel mondo del non-so

vedi come pareggiamo i conti? una partita doppia, il bilancio
d’una cooperativa. come siamo tutti uguali
ugualmente persi, le parole a caso e i gomiti
che lasciano gli aloni sulle strisce rosse di una ringhiera
Ecat Mel
00sabato 28 maggio 2011 11:29
credo che ci ritornerò su perché ha parecchi spunti buoni, molto buoni, che mi piacerebbe sottolineare... hai fatto bene intanto a postarla, la trovo interessante, anche se da limare in qualche verso.
baci
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