di corsa

di parole sono stanchi i muri
anche quando ti ostini a cercare
lo sguardo di chi risponde -solo-
per gentile cortesia

alimenti gigabyte di solitudine
fra un fiore ricavato da paint
e un plexyglass pagato caro
per tenere l'umore sottovuoto

poi il titolo in grassetto
e quella tentazione di mostrare
l'insuccesso mentre gli altri corrono
postando lo status-time su fb

ti segnalo un errore di battitura (stanchi i muri).

il tema affrontato è quello della quotidianità di tanti che cercano un riscontro su quello che fanno, ma anche dell'ipocrisia e della noncuranza di chi ci sta intorno.
so che è un tema al quale tieni molto.
non amo però particolarmente l'uso troppo accentuato dei termini hi-tec, la rendono molto dura nel suono, conferendole anche una durezza nel "tono" che, per personale attitudine, non amo particolarmente in poesia.

questa volta non posso farne a meno, mia cara Robby.
Non amo per niente le parole hi-tec, ma il tono duro, nello specifico si tratta di desolazione mista a rabbia è reale e concreto, dunque si deve percepire. L'impotenza è generatrice di molti malesseri e quando trova l'apice dello sconforto, cerca allo stesso tempo una sorta di fuori-uscita.
Poesia? non so.
è estemporanea, si sente.

Grazie del passaggio

mi piace! come quello spot che circola ultimamente, dove si invita ad uscire, a frequentare gente vera... a forza di televisione, computer e social network credo che il rischio di fumarsi il cervello sia garantito... si continua a vivere di sogni, di cose finte, inutili e non si vive mai la propria vita...
Un bacio

oh grazie Mire del passaggio!
in effetti, cogli quello che è il senso globale: vivere aldifuori di tutto ciò che è virtuale. Vivere e muoversi non limitando a muovere solo le dita su una tastiera.
A dire il vero sono un po' nauseata dal web, sopprattutto per quello che potrebbe fare e non fa, per quello che fa e non dovrebbe fare.

Besos