di incognite

e chi parlerà di noi?

noi che annaffiamo i fiori all'occhiello
fingiamo lo sfarzo e chiediamo tempo
all'abitudine

decidere se il muro di berlino
può cadere e riempirsi le tasche
di calcinacci

che poi la terra si veste d'asfalto
sempre troppo presto

ho letto molte volte questa tua e anche se mi lascia una sensazione nettamente malinconica e disfattista, non riesco a capire il senso. chi sono i "noi"? che vuol dire "chiedere tempo all'abitudine"?
credo che capite queste due cose, riuscirò anche a comprendere le immagini restanti...

si è decisamente malinconica Robby!

chi parlerà di noi, inteso noi pseudo-scrittori contemporanei, noi giovani del post 2000, questo noi, devo dire che ha confini abbastanza estesi.

Conosci il senso di routine? la noia, lo sbuffo, i giorni uguali a sè stessi, tanto che il tempo non ha più un senso specifico. E da qui la richiesta del tempo, visto come -speranza- di qualcosa di diverso, di sorprendente, ma poi il muro di berlino cade comunque. Il muro dell'indifferenza, della cattiveria, delle delusioni, delle illusioni... ecc.

Spero di esserti stata utile!

E' tanto malinconica, ma credo sia troppo presto per dire chi parlerà di voi, mie care, io credo che quello che conta è come si spende la vita, calcinacci a parte...
bella, brava!

ora sì, grazie Francy!
un bacio

ora sì, grazie Francy!
un bacio

Bien...
:)

Le domande poste sono ''leggere'' e sanno entrare dentro al mio io, facendomi riflettere su cosa sia il superficiale (o superfluo) e cosa no. Superficiale è anche l'asfalto finale, che maschera un mondo, quale può essere la terra con la sua natura. Si sa però che l'asfalto è soggetto al deterioramento e ad essere aggredito (gentilmente) dal verde, dalla natura, la quale tende sempre a riprendere il proprio posto...e questa è speranza. Un po' disfattista, ma non inquietante. Piaciuta.
Ciao Francy!