ed ora

nell'attesa il buio non schiarisce
si crogiuola in spine d'ansia
disturbando di tagli e silenzio
il nascere del giorno
un'aurora ancora addormentata
strama il velo della notte
la linfa della terra
si accomoda sull'animo,
dai graffi rinasce il Tempo

cara tilde, hai trovato dunque un nido confortevole alle prime luci dell'alba. i colori tenui e avvolgenti ti hanno portata fino a noi...

bene, la tua poesia porta in sè tutte queste cose anche se reputo potrebbe essere divisa meglio, magari in piccole strofe e sfoltita del superfluo.

se posso, prendila solo come una mia rilettura personale, io farei più o meno così:


nell'attesa il buio
si crogiuola in spine d'ansia
tagliando il silenzio sul giorno nuovo

l'aurora strama il velo della notte
la linfa della terra si accomoda sull'animo

dai graffi rinasce il Tempo

si, sfrondare è un'ottima cosa!
di solito butto tutto fuori d'un fiato, mi è necessario. appesantendo la pagina così come sento pesare i pensieri.
la tua versione è quasi solare, nonostante fosse l'alba1
molto brava, grazie!

ciao Tilde!
ho letto più di una volta questo tuo testo ed ho sempre la stessa sensazione, tu descrivi un paesaggio e il quadro è chiaro, ma manca di personalità, mi spiego meglio.

Se io vedo una cosa, cerco di trasmetterla con i miei occhi, con le mie percezioni, in un modo che deve essere mio e che deve, almeno in parte, caratterizzarmi.

Quindi, penso di non sbagliarmi, quando ti dico che ti trovi nel posto giusto!
proviamo insieme a lavorarci!

d'accordo?

scusatemi, sono rimasta sconnessa a lungo...ed ancora qui salta tutto!
quindi ho potuto leggere ben poco, ma vorrei rispondere a Francesca.
...hai, di fatto, ragione, quando dici che quei pochi versi mancano di personalità, per quanto definire la 'personalità' di chi scrive sia estremamente difficile, essendo lo scrivere prettamente soggettivo che si trasforma in altro nell'atto della lettura.
è un periodo, lungo, il mio, in cui non trovo parola e stimolo. diciamo pure che sto immobile su me stessa, e preferisco osservare.
e osservando si riesce a cogliere tanto, forse in modo più intenso rispetto al mio solito 'scrivere' di getto. gioca molto anche l'accorgersi che la parola viene usata, in tanti troppi posti, come autoreferenziale e vaga, fine a sè stessa e a chi la propone.
i tempi che si vivono fanno da specchio a questa situazione, e viceversa.
quindi la povertà di ciò che avete letto è davvero uno stato d'animo reale.
ho necessità di fare silenzio e riacchiappare il senso stesso dell'altro, fuori di me. e lo dico senza volermi giustificare o perdonare, solo perchè è davvero una cosa che vivo.
ma non demordo!
quando questa maledetta connessione terrà, avrò piacere di leggervi e, perchè no? di trovare lo stimolo per scrivere...per ora taccio e vi abbraccio!
scusate la fretta ma corro a lavoro!