entrare fuori

(riprendersi
la pancia piena di desideri
e mezzo obolo) per la morte
della faraona

1° tempo

Tiranna/matriarca,
tra le sue penne
trattiene le parole e le dispensa
come il pane e il vino, in cattedrale
secondo l’eleganza
della scena,
in linea con la sua idea di perfezione (nasconde
a stento la sua gamba storpia)

2° tempo

Nella mia testa, il vuoto
è il mare del niente, la sciarada
che esonda la ragione è vanga,
per un battesimo ad altra fonte :
“uscire dentro, per entrare fuori”
(E tutti a gridare silenzio, in quel concerto
per sordi)


3°tempo

Ritmo e mimica,
a chiusura di sipario
chi entra in scena,
procede, resiste,
muta, crede, esplora
in una processione senza regole, dove
tutti posseggono una nota,
di carta o di colore è indifferente,
(voci ... tante voci di gessetto, a cera)

Epilogo

Non c’è disperazione e non c’è morte:
siamo, Homo sapiens-sapiens.