lo chiamavano il guardiano delle tombe

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Francesca Coppola
00mercoledì 18 gennaio 2012 13:49

basta al titolo la libertà
di dire quello che si legge
ma non si vede

uno stile corsivo, in modo conciso
persino retorico con numeri romani

poi ci sono i respiri da contare
nelle zone morte, area e limite
bandire qualche ruga per rendere
il ritratto-trono meno vissuto

forse a saperlo è solo lui,
il guardiano delle tombe
ora che è cielo e spade
ora che gli manca un tempo



Clodiaf0904
00martedì 24 gennaio 2012 19:12
Mi è chiaro che ti riferisci alle lapidi, alle epigrafi e alle foto su di esse; a come possano - a volte - mentire, nel senso di lasciare un ricordo non preciso della realtà trascorsa. Sono molto sensibile all'argomento, anch'io, quando vado a salutare i cari che non ci son più, mi soffermo a pensare sulle tracce degli altri.
Ma, per il resto e specie nella strofa finale, non afferro il senso, trovo che il tutto stavolta sia troppo criptico, Francesca. Ovviamente è il mio parere, e si parla in amicizia e con lo spirito che sai.
Baci.



Francesca Coppola
00lunedì 30 gennaio 2012 19:09

Ciao Fiore, ti ringrazio (lo sai!) per il passaggio oltremodo ricercato e gradito.
L'alone misterioso che, in qualche modo, circonda la chiusa, è consequenziale al tema trattato: la morte.
Quel guardiano delle tombe che può essere il semplice e vecchio custode dall'occhio più lungo degli altri o anche -se vuoi- qualcuno che è più in alto di noi tutti, non mira a chiarire niente, anzi, pone altre inquietanti e insidiose domande.


Un bacio [SM=g9550]



Versolibero
00giovedì 12 aprile 2012 08:45
Beh, qui il titolo è chiave di lettura e l'ultima strofa è di grande respiro.


Ciao.
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