Francesca Coppola
00martedì 6 dicembre 2011 10:35
Avvicinarti e poi non chiedere niente
aprirmi ai tuoi occhi come uccelli migratori
alla vista della terra calda
lasciarsi sorprendere
quando la casa diventa gabbia coi parati
e tu sei intento a mordere girasoli
proprio come uno spaventapasseri
che non fa più paura
voltarsi a sbuffare felicità
nei pressi di radici sparse in aria
ecatmel
00martedì 6 dicembre 2011 15:27
è come aprirsi a nuove possibilità, all'amore, andare oltre per scoprire dove si può arrivare...
mi piace molto molto
mire
Versolibero
00martedì 6 dicembre 2011 21:39
Francesca, la trovo stupenda!
Lo so, commento banale, ma a volte sembra di banalizzare la poesia
aggiungendo altro.
Mi piace fin dal titolo!
Brava
Clodiaf0904
00mercoledì 7 dicembre 2011 09:10
E' bella e ha immagini splendide (più di tutte quella degli uccelli migratori verso la terra calda), ma ce n'è una, fra queste immagini, che mi ha fatto sentire una nota stonata (rispetto al tono generale del testo): la casa che diventa una gabbia.
Tenderei quindi a non dare una lettura pienamente "ottimista" di questa poesia
Un abbraccio.
Maredinotte
00mercoledì 7 dicembre 2011 22:49
anche io come fiorella ho notato la stonatura della gabbia, così come lo sbuffare felicità... allora mi pare che non sia proprio felicità se viene a noia...
non so, ci deve essere qualcosa dentro di te che non ti fa essere strafelice come apparentemente potrebbe sembrare, ad una lettura meno attenta.
d'altra parte il titolo lo dice: "nelle cose sbagliate e mai perse"... ecco, qualcosa di sbagliato che rimane a segnare il passo.
Francesca Coppola
00giovedì 8 dicembre 2011 12:48
già, è perfettamente così.
Questa mia non ha una lettura "pienamente ottimista", ma vuole vedere positività nelle "sorprese non proprio piacevoli"... quando stai proseguendo un percorso che ti porta alla meta tanto agognata e poi arrivano inceppamenti inaspettati, allora invece di lasciarti bloccare dai "presagi" ti raccogli in te stessa per cogliere del buono...
Grazie a voi del passaggio! =)