Il reading modello
Anche sui reading devo disilluderti: una buona partecipazione si attesta sul numero stratosferico di 20 auditori, 30 è già un successone e si ottiene solamente se il poeta è veramente famoso, oppure ha una famiglia molto numerose che accorre. Io sono andato a qualche lettura pubblica giusto per capire com'è l'ambiente e il giro, ma è qualcosa di sconfortante: il più affollato che ho visto è stato all'anfiteatro greco di Ancona 4 anni fa, e leggeva niente meno che la Gualtieri, ed eravamo (tolti i 15 organizzatori) 25, di cui 3 giovani sotto i 30 anni, il resto dai 50 in sù. Per renderti l'idea ti descrivo il reading medio, quello che se vogliamo potrebbe fare da base per un sketch di zelig:
ore 19-19:30, la libreria xxx del centro chiude i battenti, per dare inizio alla performance poetica, si presentano nell'ordine: i poeti (di solito dai 2 ai 4) intimiditi ed emozionatissimi, accompagnati da mamme in lacrime, fidanzati/fidanzate sbadiglianti, amici/amiche con la fotocamera digitale, poi fa il suo ingresso Piddù Pulippu, noto critico letterario del quotidiano cittadino, autorità poetica massima nel raggio dei 50 km della circonferenza provinciale, tenuto a braccetto dall'editore/editrice organizzatore della serata, di solito di mezza età, laureato in marketing, conosce a memoria tutti i titoli, gli autori e le date di pubblicazione del suo catalogo, salvo non aver mai letto una poesia degli autori che sta per presentare come le punte di diamante della sua scuderia (!!), a sorvegliare arcigno l'evento il padrone del negozio, conscio che se tutto va bene guadagnerà 20 euro per l'ora in più di lavoro (prende la percentuale sui libri venduti). L'ambiente in cui si svolge la suddetta manifestazione si presenta più o meno così: banchetti nel bel mezzo degli già stretti spazi di passaggio della libreria, con esposti i testi dei poeti invitati, più qualche altro autore di "punta" della casa editrice, naturalmente nessuno compra, perché i poeti suddetti hanno già rifilato a tempo debito il loro volumetto a tutti i parenti e gli amici fino ai conoscenti dei conoscenti dei conoscenti.
Comincia finalmente l'evento: prende la parola Piddu Pulippu facendo in bilancio di rito del livello qualitativo dell' odierna italica stirpe poetica, estremamente elogiativo naturalmente (anche se gli ultimi poeti di levatura internazionale sono stati Montale, Luzi e la Merini, cioè la generazione di prima di metà 900'!!), l'elogio poi si sposta nel particulare dapprima incensando la casa editrice dei poeti (che fra l'altro paga l'onorario del critico) e poi infine quest'ultimi, virgulti che daranno nuovo lustro a così insigne tradizione. Finito lo spompinamento d'obbligo (durata media 5-10 minuti), il suddetto critico passa a leggere i profili "poetici" dei partecipanti, parlandone a sommi capi -per non dire a spanne-, tanto che il profilo di uno può benissimo essere quello dell'altro, anche perché se uno è paragonato a Montale, l'altro lo è necessariamente a Ungaretti, poi in ordine di scomodamento di defunti seguono Luzzi, Quasimodo, Gatto, ecc questo scempio dura dai 4 ai 6 minuti, poi finalmente si passa al sodo, ossia alla poesia: l'editore presenta l'autore che sta per leggere, dapprima citandone età (solo per gli uomini ovviamente), professione e zona di provenienza, poi ne snocciola con faccia compiaciuta i premi vinti, che di solito sono di concorsini di paesotti e di università della terza età, fatti passare sotto banco per premi "nazionali ed internazionali" ben sapendo che nessuno andrà a controllare.
Il primo poeta comincia finalmente a leggere: alla prima poesia tutti attenti, alla seconda scoppia il pianto della madre/padre dell'autore, che non pensava al momento del concepimento certo che il suo pargoletto sarebbe diventato un "poeta", alla terza cominciano i mugugni di tutti quelli che non sono parenti e/o amici del recitante, si tirano fuori i cellulari, si messaggia coperti dagli scaffali, fingendo di seguire la recitazione sul proprio volumetto, aperto in maniera strategica per coprire mano e cellulare. Alla quinta di solito cominciano le battutine, si sottolinea un verso letto male o un espressione da pesce lesso dl performer, seguiti immancabilmente dal "shhh" della madre/padre dello stesso, arrivati agli sgoccioli il poeta dice "leggo questa ultima" per avvisare anche chi si è addormentato che alla fine dell'ultima parola deve applaudire. Stessa cosa vale anche per i poeti 2,3 e 4.
Finita la lettura, c'è il classico ed immortale "Ci sono domande?" -a cui tutti ovviamente muti come ai tempi della scuola-, infine il grazie dei poeti, dell'editore e del critico, che non vede l'ora di scappare a casa (l'onorario infatti prevedeva un'ora sola di presenza). Segue rinfresco al bar più vicino, con i poeti che si pavoneggiano del lusinghiero giudizio dato dal buon Pulippu, che trovano sprecato su un giornale di provincia quando avrebbe la levatura per fare il critico della "Repubblica" o del "Corriere"... seguono discorsi più o meno sconclusionati sullo deprecabile stato della poesia italiana, sul fatto che i giovani geni non vengono scoperti se non da piccole case editrice coraggiose -sorriso compiaciuto dell'editore- che si accollano il rischio economico di puntare sui veri talenti (tutti hanno pubblicato a pagamento, ma fanno finta di non saperlo, credendo magari che gli altri non lo sappiano!). Finito il rinfresco ognuno alla cassa a pagare (con la ceppa il buffet aggratis!) seguono saluti di rito e all'arrivederci a questo o a quel reading.
Ps: qualunque cosa facciate non sedetevi mai e poi mai accanto alla madre/padre di uno dei poeti che hanno letto, vi si attaccherebbe come una cozza allo scoglio, parlandovi di come già a pochi anni la propria/o figlia/figlio avesse doti paranormali, che sarebbero maturate lentamente fino al pieno dispiegamento del genio... seguono foto d'archivio (!!) d'infanzia e d'adolescenza, penose quanto una birra calda rifilatavi a ferragosto.
"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis
No Copyright: copia, remixa, diffondi.