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Oggi ho avuto uno strano transfert

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    _RA_
    Post: 323
    00 03/11/2010 09:48
    (...)
    Oggi ho avuto uno strano transfert
    -mio malgrado e inusitatamente –
    Mentre camminavo nell’orto adiacente
    Ho visto il mondo latente
    Con gli occhi della zappa bidente …

    E mi doleva il dente cangerato
    Consunto rugginoso e ormai andato
    Ah l’ortolano sfruttator e sbadato
    M’usa e mi riusa e del dente cariato
    Non se ne cura per niente …

    E l’altro dente era ancora di terra raggrumato
    M’entrava nelle nari l’humus del concimato
    Ma questo non m’impediva di veder nel resto del creato:
    Zolle dure e semi semiconficcati
    Erba dolce e verzura amara
    Fagiolini e maggiolini tutt’in processione
    E di sghembo la porticina del ripostiglio
    In cui volevo restar stamani rintanato …

    Ma oll’opra duro afferrato fui destinato
    Prima (Ei il padron) m’alzava fin sulla siepe antica
    A rimirar l’orizzonte vago
    E poi giù in picchiata a mordere lo sterrato
    Azzo! Ma i sassi quelli tondi o screziati
    Perché prima non hai levato?
    La risposta era un deng! assai scintillante
    E col dente buono martellante a far biche
    E forre e tracce per il seminato …

    Ogni atterramento io lo sentivo sulle gengive
    Come un colpo di mortaio
    Da uomo intrappolato pensai:
    Cazzo come l’è dura essere smazzato
    Anche se la protesi è di ferro battuto
    Il dolore arriva al nervo e vibra nel legno
    Tutt’un fragore che lì per lì mi sembro indegno …

    Poi venne la pausa che il padrone era sudato
    E con “gentilezza” nella fratta fui scagliato
    Soffice mi sembrò il luogo dell’impatto
    Rispetto all’impiego da poco passato
    Ma non so come riuscii anche ad udire
    Le parole roche e farfugliate: un maledire
    Sacramentante dell’uomo del podere:
    “Attrezzo schifoso ora per sempre ti getto via!”
    Un’arringa paesana d’accuse e sentenze:
    Insomma ero inadempiente e anche un protervo rottame …


    Alla pausa pranzo: avvenne il miracolo di ritorno
    Mi riappalesai come soggetto in carne ed ossa
    Mi guardai basito tutt’intorno:
    E tra un solco una forra notai una strana fossa:
    Tutta colma di stracci e manici a pezzi e ferri ritorti
    (…)
    Poi vidi l’ortolano arrancarci vicino con una tanica rossa
    Realizzai: fra poco qui farà caldo tanto caldo e
    Mi rallegrai d’essere tornato sulle mie gambe
    Anche se le mascelle ancora intorpidite
    Mi frenavano le parole presenti o recondite …

    ……………………..

    Da quel dì che mi lasciò quasi smorto
    Più non passai per quell’orto
    Ma da distanza di sicurezza garantita
    Cercai ancora una volta di sbirciare
    So che c’era ancora l’ortolano in vita
    Che continuava la roba sua a coltivare
    Però i suoni m’arrivavano assai diversi:
    Come un borbottio palpitante a scoppio:

    Feci bene a non ire più nell’apprezzamento
    Da un amico seppi dell’arcano cambiamento …
    Ed il cuore mi chiuse a cappa:
    Pensate voi se il transfert m’avesse di nuovo preso a tradimento:
    Avrei sentito visto e sofferto come motozappa!



    ......................
    "(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
    nelle calme sere di settembre in cui sentivo
    sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
    in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
    come fossero lire, tiravo gli elastici
    delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
    Arthur RIMBAUD
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    Maredinotte
    Post: 1.681
    00 04/11/2010 08:58
    ahahahaha!!! tu sei un grande!

    come hai fatto a trasferirti in una zappa?

    certo è che dovremmo avere più cura e amore anche e forse soprattutto per gli oggetti che usiamo per il lavoro.

    un bacino [SM=g8362]

    "La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
    robertadaquino.wordpress.com



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    _RA_
    Post: 323
    00 04/11/2010 16:40
    Re:
    Maredinotte, 04/11/2010 8.58:

    ahahahaha!!! tu sei un grande!

    come hai fatto a trasferirti in una zappa?

    certo è che dovremmo avere più cura e amore anche e forse soprattutto per gli oggetti che usiamo per il lavoro.

    un bacino [SM=g8362]



    Beh Roberta,
    qui gli oggetti sono secondari,
    il mio intento era quello d'ironizzare
    su certi transfert azzardati che a volte fanno alcuni poetanti,
    quel gusto tutto letterario di mettersi in mentite spoglie
    in occasioni et persone et fatti,
    a loro completamente estranei ...
    Sbaglierò, ma ho in odio l'ipocrisia
    anche quella fatta ad "arte" ...

    cmq
    Grazie
    per la lettura

    Ciao
    Rosario


    "(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
    nelle calme sere di settembre in cui sentivo
    sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
    in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
    come fossero lire, tiravo gli elastici
    delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
    Arthur RIMBAUD
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    Francesca Coppola
    Post: 1.652
    00 04/11/2010 17:04

    allora siamo in due a non sopportare l'ipocrisia.
    Molto ironica, piaciuta!


    [SM=g8322]




    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com