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personalità nel web

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2010 11:54
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05/07/2010 11:34
 
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Andromaca



Su di me le parole si sprecano, amo il mare e disegnare i cuori fra le unghie, i dolci al cioccolato /senza pensare al passato/ c’è qualcosa di me che urla.fuori.e.dentro e mi ci arrampico fra le due e le quattro con la gioia e un contatto. Nelle info leggi che d’inverno sono segretaria e d’estate provocatoria, che chiudo le gambe a comando e il rossetto mi rende solo più troia. Ho paura del 27 come un gatto dell’acquasantiera, mi disgusta l’antiquariato e mi sparo le creme all’acido di mela.
Hai di me più d’una foto: strega o felina, dea e equilibrista, splendida sirena o ombrosa cavallerizza. "Ma li noti i miei 1.024 amici? …più qualcuno in stand-by, i miei occhi sono viola e di far baccano non smetto mai".
- Happy hour al venerdì, di certo non amo i fili, i programmi impegnativi, sfoglio Leggo e sogno di entrare al Grande Fratello-.

C’è quel momento però che davanti a un monitor e nessuno dietro schizzo in mille da me e dalla sedia, l’ansia di mostrare lo smalto dei denti, dell’apparire e non so cosa dire si scioglie in una manciata di nuvole che dissetano lo sguardo e piegano la schiena.




"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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05/07/2010 14:23
 
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Achille

Ha mani azzurre Achille e accarezza un falco, si erge in pixel proprio fiero mostrando il fianco.
Cosa si fa di una pelle che non ha coraggio?
Si imbratta di bugie, confondendola fra la gente, inventando pareri e circostanze.
Ogni volta a raccontare l’ennesimo viaggio, che se guardi bene il mondo è un po’ feisbuk, risate da incorniciare pubblicamente, gli amici da gestire e quel compleanno a sorpresa, lo spiego di elenco a regalo… Grida piano Achille, da fuori la stanza, perché forse dentro è vuota e i coriandoli come lo spumante galleggiano in uno screensaver.
La caduta e il passo arretrato, ogni ricordo è un’interpretazione e studi il silenzio quale sorte di una generazione che non ama il rischio.
Se non si può vivere senza paura, digitiamo geroglifici e msn è un mistero solo nostro, confermando i muscoli in saldo, la firma senza senso, si aprono fitte scale immaginarie e la voglia del non dire si fa un po’ calcolo. Quei punti sospesi magari diventano una pacca sulla spalla, sorriso di comprensione ricevuta e tutte le immagini più tristi si scatenano proprio da te e non c’è storia che tenga, un diario con cui essere sincero, se chiudi gli occhi pure allo specchio.




[Modificato da Francesca Coppola 06/07/2010 11:22]


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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06/07/2010 11:05
 
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Linda (sul contraltare)

Linda era seduta sul lembo stretto del davanzale, gambe raccolte al seno, sguardo perso oltre la strada trafficata, già oltre il lungo percorso della litoranea, oltre i passanti con le borse pesanti di asciugamani stopposi di sale, creme solari, secchielli e bambini inchiodati alle gambe, già oltre i bagnanti, la striscia sabbiosa, perfino oltre la fascia azzurra puntinata di teste gioiose a mollo, per scollarsi di dosso l’arsura di luglio. Linda era Oltre. Pensava all’ultima conversazione con Faraway, la sera prima, all’ultimo viaggio metafisico.
Con lui succedeva sempre così, che si staccava dal corpo per diventare semplice ticchettio, insieme di parole quasi sconnesse, le avesse lette qualcuno, ma per lei, per loro due –credeva sognante- erano un codice per accedere alla stanza della non materia e passeggiare di notte sui lidi deserti dell’anima.
Sì, Linda sognava. Sognava che un giorno, quel mare inconsistente si sarebbe materializzato ai suoi occhi, sotto i suoi piedi e avrebbe camminato sulle acque, mano nella mano, lontano da qui, come prometteva il nick invitante della su anima affine. Quanti bellissimi viaggi, insieme… eppure, chi era quell’uomo lei non lo sapeva. Le bastava conoscere le sue parole, nella certezza che fossero vere. Se poi fosse stato alto basso, magro grasso, biondo bruno, tutto ciò non aveva alcuna importanza, men che meno ne avrebbe avuta la sua posizione sociale che tanto interessava alle femmine in cerca delle sue colleghe, per le quali il conto in banca era il biglietto d’ingresso per il loro corpo sudato di umori e che la definivano un’illusa. Lei, le disprezzava profondamente.
Ma oggi, nell’arsura soffocante dell’estate appena iniziata, aveva una gran sete. Desiderava… aveva bisogno di bere alla fonte del vero, dissetarsi della luce che, così come il suo nome, dichiarava la trasparenza accecante dell’amore. Allungò il braccio fino alla scrivania sotto di lei per prendere il piccolo netbook, suo compagno inseparabile e veicolo per le sue emozioni e per i suoi viaggi.
Come può esserci vero amore, se non c’è verità?
Furono le uniche parole digitate veloci sulla tastiera candida. Non pensò nemmeno se fosse opportuno, prima di cliccare su invio.
La mail partì rapida e leggera come un soffio, verso destinazioni che, suo malgrado, le erano ignote. Chiuse il portatile, indossò un costume e si guardò di sfuggita allo specchio. Meritava di viaggiare con piedi veri, lei, Linda com’era.
Afferrò il telo rosso e il mondo dei bit le fu finalmente alle spalle.


[Modificato da Maredinotte 06/07/2010 11:06]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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06/07/2010 11:41
 
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Ambra/Mario

Ambra è l’acqua che non filtra, credi in lei ma non compare allo specchio.
Essere in una serie di accessori banali, il rossetto nascosto in un cassetto, la collana di perle tra i pigiami, il fastidio di tagliare i capelli e la morbosità di stringere tutto l’inverosimile, ma non ci sono scollature incredibili da offrire, il tabacco uccide il sesso e quella femminilità che sai di possedere nel profondo di uno schermo, squarcia la voglia irresistibile di non abbassare gli occhi al suono del tuo nome.
Mario non è Ambra, è sabbia monocromatica che segue la direzione della sponda, ride ma non mostra i denti, vive ma non sceglie il meglio e dorme, anche quando le urla richiedono il risveglio. Ambra è la voce che senti nella camera, il sogno di una modifica che non si ferma alle corde vocali e che rischia il sentiero, il verso giusto dei pantaloni, il massacro di un matrimonio combinato, il desiderio morto ancor prima di nascere.

Hai orecchi sigillati, mani spente e non sento i click della tastiera, il nome Mario non fa rima con gioia, stacchi il tempo, è in stand by un’altra moschea-.







[Modificato da Francesca Coppola 06/07/2010 11:54]


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