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II esecizio

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2011 15:19
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04/11/2011 15:19
 
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Racconto con tre elementi fissi: aeroporto, ragazzino in tempesta ormonale, grappa. Tempo: 45 minuti.



Marco giaceva a pancia sotto sul letto, sotto di lui a sua volta giaceva un bambolotto. Con le braccia aperte come il relitto di un aeroplano schiantato, il bacino sollevato dalla presenza di un oggetto sotto di lui, guardava il vuoto tra il letto e la scrivania di sua sorella. Qualcosa di stanco e triste brillava nei suoi occhi. Si sollevò con le braccia come nell’atto di fare flessioni e guardò qualche istante il bambolotto che aveva schiacciato con il suo peso: i capelli colore della cenere erano lisci e sintetici, le palpebre erano abbassate sugli occhi di vetro. Marco prese il bambolotto e lo mise a sedere, gli riassettò il vestitino abbassando la gonnellina sopra il foro che era stato applicato tra le gambe, che si apriva sul vuoto busto di plastica rosa carne del bambolotto. Marco sospirò.
Lo sbattere della porta d’ingresso lo fece trasalire: “marco! jenny!sono tornata.” Sua madre aveva appoggiato la borsa accanto al divano, si liberava a movimenti lenti della giacca, del foulard che aveva in dotazione e di tutti i disagi che aveva accumulato durante le ore di lavoro allo sportello A3 dell’aeroporto di ***: “Be’ non potete capire oggi l’ aeroporto che cos’era! Dio mio, mai vista tanta gente neanche quando tutti i voli sono stati cancellati per……” . Marco richiuse la cerniera lampo dei pantaloni e scese dal letto, con qualche manata allisciò la superficie delle lenzuola, scese le scale velocemente e rumorosamente fino al piano di sotto. “E come se non bastasse si è rotta l’aria condizionata e sono quasi svenuta per il caldo. Marco! Jenny!” “Jenny è dalla signora Terni mamma. Sua figlia ha tanto insistito perché passasse il pomeriggio da loro. La signora Terni ha detto che la riporta tra un’ora” “Oh perfetto tesoro. Stasera sono stata invitata dalla mie amiche a cena. Chiamo Martina così passerete la serata con lei. Va bene tesoro? ” una vampata di calore assalì marco, diede le spalle a sua madre e andò in camera sua.
2
“va bene tesori miei. “disse la signora Grandinetti, guardandosi allo specchio e aggiustandosi un orecchino “fate i bravi. Martina,” si rivolse ad una ragazza sui dicissette-diciotto anni, in piedi accanto alla porta d’ingresso.” C’è dello stufato in frigo, puoi riscaldarlo. Ci sono anche dei gelati, non fargliene mangiare più di uno. Io esco tesori.” Passando da dietro il divano la signora Grandinetti accarezzò la testa bionda di una bambina con gli occhi incollati alla tv. “Non fate arrabbiare Martina. A dopo.” “a dopo signora” disse Martina, e sorrise scoprendo una fila di denti bianchi e ben allineati.”Non si preoccupi di niente”.

3
“Marco, Jenny si è addormentata. Aiutami a portarla di sopra” disse Martina sollevando la bambina di peso e stringendosela a due floridi seni. Marco le fece strada sulle scale e le aprì la porta della camera di sua sorella. Martina mise Jenny sotto le coperte e tornò al piano di sotto. Marco dietro di lei fissò il sedere rotondo e ondeggiante di Martina scendere le scale. I suoi capelli lunghi e nerissimi fluttuavano sulle spalle. Si portò una mano sulla patta dei pantaloni e strinse. “Martina?” disse. “Ti andrebbe qualcosa da bere?”. “sì grazie, Marco. Una coca-cola sarebbe perfetta!”.rispose Martina sedendosi sul divano e cambiando canale alla tv. “te la porto subito”. Marco si precipitò in cucina, animato da un grande entusiasmo, prese dell’acqua tonica aromatizzata al limone, la versò in un bicchiere. Aprì un armadietto della dispensa e ne estrasse una bottiglia di grappa. Ne versò abbondantemente nello stesso bicchiere.
“la coca-cola è finita. Ma ti ho portato questa limonata che è davvero la fine del mondo” disse sorridendo e le si sedette accanto.




immagino che il finale sia scialbo e poco incisivo e che non tutto torni alla luce dei fatti. ma questo è il risultato dell'esercizio.


Casa mia è posta ai piedi di monti verdi./Mi piace salire sopra quei monti verdi;/Ma sui monti verdi non ci posso salire:/Come ci salgo mi viene la malinconia.
Hen Xun
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