contaminazioni jazz

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Maredinotte
00mercoledì 9 dicembre 2009 14:25
la pioggia scandiva i battiti dei tuoi tacchi senza intermittenza
un passo a due per un solo piede ed ogni goccia sul vetro dileguava un istante presente, ricapitolando scenari di passato appena trascorso tra le tue braccia. la mano sul cursore della radio avanti e indietro si fermava solo sulle note di un'orchestrina jazz dalla tromba malinconica e spruzzi di piano.
oh, ti osservavo tra i rivoli inconsistenti del tuo mezzo toscano all'aroma di liquirizia e i miei pensieri cominciarono a sciogliersi.

andrà a finire come questa città che non ha più nulla di suo
andrà a finire che la puttana all'angolo ti vomiterà favori in tasca e tu non saprai resisterle, anche se non c'è gusto a prendere quello che non è proibito. dove è finita la sfida, gli angoli troppo grossi da svoltare, le curve a gomito da tirare col freno a mano, nel pericolo di un testacoda...


volteggiavano parole omesse, con la leggiadria di una foglia appena scomposta. i capelli ti rimanevano incollati alla fronte, sempre troppo perfetti per quel sopracciglio semovente che inarcavi ad ogni pensiero, mentre seduta sul letto non mi restava che ricamare altre parole, sempre troppo futili, o ottimiste per te... il muro cadrà, caleranno i sipari delle dittature e i lacci si allenteranno. per ogni dittatore mille insurrezionisti...
tu il dittatore ed io frammento di insurrezione.



raggirata l'afasia, i gesti furono nella carne
una mano l'espediente per ingannare il senso
le tende chiuse - le bende sul sangue



Francesca Coppola
00mercoledì 9 dicembre 2009 17:02


incomincio col dire che lo trovo molto dark.
Mi sembra una scena di un passo a due solitario, dove ci sono cambi di marcia e non si capisce esattamente chi sia chi e perchè. Pare che ci sia un lui totalmente apatico o una lei che subisce volteggi non proprio dinamici, né ottimisti.

Poi arrivo alla fine e mi convinco che la persona sia una sola, due anime nella stessa tasca, doppi pensieri che aprono scenari diversi.
Tu e la scrittura, tu e l'ispirazione, tu, il foglio e mille altre giuste motivazioni. La scrittura detta (dittatrice perchè s'impone alla nostra mente, alle nostre mani) e tu ti prepari all'insurrezione, quasi ti ribelli.

Perchè elusa l'afasia (questo disturbo della comprensione e/o della produzione del linguaggio non dovuto a deficit sensoriali primari ecc.)
ti lasci andare a lei, al dolore che certe volte accompagna quello che riveliamo prima che al foglio, a noi stessi.

Molto, molto bella, l'immagine finale.

[SM=g8322]

Oliverangel
00mercoledì 9 dicembre 2009 23:59
Si... atmosfera da Noir...anni trenta.
Più che sottofondo musicale a scandire fumosi gesti percepisco parole ad assemblarsi alla sonorità che detta.
E parole come testo musicale...poetico come può esserlo un colpo di spazzola in levare sulla città di notte.
Mani e pensieri ad ingannare il gesto, dietro un separè d'ombre cinesi al neon.
Strapaciuto il tutto, mia cara adorata Zizì... [SM=g8074]
[SM=g8362]
_RA_
00giovedì 10 dicembre 2009 19:42
A me m'è piaciuta una cifra
molte le empatie:
Il JAZZ soprattutto
ma l'irrisolto esistenziale che
si macchia inevitabilmente di noir ...

la cosnisdero davvero una
piccola chicca
anche la composizione
mista tra prosa e poesia e prosa poetica
è una Jam session di tutto rispetto!!
Ah voi femminucce davvero ne sapete una più del diavolo ...


Mi hai fatto ripensare ad una mia poesia
in tema
per farti controcanto e
controtempo swingato
la posto e ti cito ...

Ciao
RA
Maredinotte
00venerdì 11 dicembre 2009 00:25
uh!! ragazzi... sono felice che vi sia piaciuta!
in effetti, la scena nasce proprio ascoltando questa musica, il jazz mi rapisce, trasportandomi indietro all'America degli anni 30 - periodo affascinante!

non so bene cosa volessi dire, mi sono semplicemente lasciata andare, in un simil racconto sospeso, così come mi è venuto... un flash che non ha tante spiegazioni, un mix di poesia, prosa, prosa poetica, nella mia classica confusione.

però il bello è che, proprio come una poesia, si allarga a molteplici interpretazioni... :)

bacissimi
sequenza_binaria
00domenica 13 dicembre 2009 01:23
Quanto è rituale questa strada, scontata in ogni suo angolo, tra lampioni fiochi e luci che filtrano dalle tendine dei primi piani.
Forse pioverà di nuovo, ma che importa, è così bagnato dalle mie parti che l’umido te lo porti dentro, come fosse un telo intriso di sangue, col suo odore pungente. Testa bassa, stasera i pensieri si plasmano col sibilo dell’aria densa e calda dallo sfiato della metro e, alle mie spalle, l’unico faro di un taxi sbrigativo sfuma il buio in luminanze pantone più accessibili agli sguardi distratti.
Questo mezzo sigaro che mi brucia dentro e l’ultimo caffè, in quel locale triste come il mare di dicembre, mi si addensano in gola, quasi fossero parole rimaste là da tempo e seccate dal gelo dell’indifferenza.
Sarà il freddo della sera o quello specchio d’acqua in mezzo alla via a rammentarmi un improbabile ritorno a casa, perché guai a fermarsi in questi budelli di strade che portano ai sottoscala della memoria. E’ la città al capoverso del mondo, dove nicchiano i sogni e la realtà si affaccia dall’ultimo piano per sputarti addosso e stuprare l’ultimo barlume di speranza.
Guardami chica, tocca sotto al bavero forse puoi ancora sentirmi l’anima ma, se ti accosti oltre l’odore del toscano, è sangue che tinge l’angolo delle labbra, il sangue del giorno dopo l’orgasmo. Ora è meglio che vada, mi piace ancora come allora il silenzio delle scarpe su questo lastricato nero e il sottofondo sfumato di una tromba in sordina che arriva dalla malinconica orchestrina sul tuo stereo.



Maredinotte
00domenica 13 dicembre 2009 15:42

vedo allontanarsi un'ombra dalle tende, è scura come la notte e lascia impronte di angostura sull'asfalto. quanto sei amaro, con quel cappello che ti taglia gli occhi. forse sono neri di rancore. se fossi salito quella sera, se le scale non ti avessero inghiottito, se non avessi tagliato corto spezzandomi un abbraccio, tra le volute di fumo del tuo solito toscano avremmo ridisegnato le pianure, onde senza malinconia invernale. ora invece i neon gialli offuscano la vista e solo la frangia di una sciarpa lascia un segno del passaggio.


1011 0100
intersechi i miei passi e sfuggi senza presentarti...
sequenza_binaria
00lunedì 14 dicembre 2009 15:39
Sequenze binarie, logiche modali, gradi di libertà su sfere emodinamiche, antinomie kantiane, le cosce di una puttana sotto l’angolo di casa, un lontano ululare di sirena ed i tuoi umori ancora sulle labbra… cazzo che notte; l’avessi avuta tempo fa avrei dato una svolta a questo compostaggio da riciclo ambientale.
Ora mi confondo col buio, l’unico colore rimasto. Nemmeno il travestito di turno mi discerne e, quasi fossi un ectoplasma, abbozza una smorfia con l’angolo della bocca e guarda oltre. Devo scacciare questo sapore di salsedine e miele, ricordare quanto può essere scaltro il fato, cercare il fianco cui portare via qualche brandello di miseria in cambio di un paio di banconote.

Lo sai fin troppo bene, non sarebbe servito tornare indietro quella sera, le scale, a volte, hanno un unico verso; bisogna sceglierlo d’istinto per non arrivare in fondo con le pieghe dentro al cuore.
Ora sintonizziamoci sull’unica frequenza possibile: la solitudine delle parole lasciate a metà..


1110-1100-01001
Intersezioni di passi lungo i crocevia naturali dell’esistere, concorrenze di zone di frontiera in attesa di semafori mai verdi. Siamo i sostenitori dell’essere in un mare di necrofili. Lascio le presentazioni a chi ha di meglio da dare, io preferisco i quartieri di periferia, non sono abituato al lusso, ed alle presenze preferisco di gran lunga le assenze… mi sono più congeniali.



Maredinotte
00martedì 15 dicembre 2009 09:10
è anche troppo facile confondersi col buio, scaricare il giorno al primo burrone facendo finta che non sia mai nato. concedersi un unico grado di libertà per ingannare l'istinto con la sola scelta possibile, illudersi di avere la vita in pugno, essere nel pugno che ha la vita in pugno...

guarda, se svolti a destra troverai la tua bella tasca, un bottino da depredare con la dovizia di un professionista, a sinistra un gatto spelacchiato che ha bisogno del tuo jin nel latte.

la mia spazzola districa dubbi che intreccio ad ogni prima luce. abbiamo davvero già la mappa in tasca? le strade inzuppate di foglie su direzioni a senso unico?
ho voglia di cambiare stamattina, riconoscendomi un talento innato nell'assecondare i guai. ma non ho bisogno sempre della stessa spalla su cui lasciare gocce amare e perle di piacere. la felicità non si risolve tra labbra assetate. finquando avremo sete non riconosceremo i sapori dell'esistere.


001110 101100 010011
le strade al rosso si allungano sempre, ma non è una scelta che si può cambiare. arriverei a ripercorrere il tempo a ritroso fino a burlare il caso... se potessi.
nei vicoli affollati di ectoplasmi, tra le periferie sbagliate, abbiamo un muscolo che pulsa nascondendo la vita vera, senza fiocchi e pipe in radica, ma solo mozziconi spenti sulla pelle.

brindo alle assenze allora [SM=g10631]
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