allungarsi. è il corpo radice
che sfiora l’alto, che ha fine
dentro pozze profonde
occhi d’acqua intimo calarsi
del seme quando scortica
la terra, ci matura al mare.
natura esplosa dentro bocche
di leone, abitata da creature selva
iniziata all’erba, ai fiordalisi
rivelata a chi del tempo
valica i confini, senza differenza
di noi, le vite
arrivate fino a sera. di quelle appena.
parlare con il canto
senza parole, fitto di suoni
attraversati dalla marea, l’appassire
del fiore, le dita
che scrivono pioggia
allagano la gola
serrano margini
ai fogli dell’infanzia
un rumore compiaciuto alla bellezza
il vento che sfiora campanule
che solleva la polvere sopra ogni cosa
per non dimenticare, forse
che siamo tutti figli della stessa terra
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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