00 15/04/2012 15:34
Ho apportato delle correzioni segnalatemi in privato da Ros
che mi ha scritto:

Non mi sono molto chiari questi passaggi:

*Se provassi a scuoterlo
tirando il filo in volo della flebo?
Così è sogno
il mio speziare il vuoto
e il frastagliare i suoni sopra i suoni
l’estendere ricordi d’amarene
e menta nella neve a primavera.
*
*E se uno accanto all’altro
amore
tu dipingessi per noi un altro cielo? *


Questo verso non suona bene e non è un endecasillabo:

*Le macchie sul soffitto già gocciolano*

Così:

*Già gocciolano macchie sul soffitto *

suona meglio (endec. perfetto)*


*Il refuso:*

ed troppo*
troppo lunga questa notte.

Naturalmente aveva ragione sull'endecasillabo e sul refuso.

Non amo spiegare ciò che scrivo ma qui lascio una breve spiegazione.
Quando si è accanto ad una persona in coma è fondamentale "il sonoro" familiare, per cui diventano importanti i brani musicali, i suoni quotidiani e le voci amate.
Non è tanto importante ciò che si dice quanto il timbro, il tono, la familiarità della voce che parla, anche se questa voce in quei momenti rischia di farneticare racconti assurdi, distrutta dal dolore.
Il testo è autobiografico, ho rivissuto negli occhi di u' amica che ha il figlio in coma, il coma in cui era caduto mio figlio in seguito ad un incidente con la moto.
Mio figlio ne è uscito praticamente indenne ed ora sta benissimo, il suo no, le hanno detto che è coma irreversibile.
Grazie Ros

Dimenticavo, è un testo inedito scritto stamattina on line.
Sono sicura che rileggendolo domani e dopo troverò modifiche da apportare.
Forse ho sbagliato a postarlo ma non sapevo che la facoltà di modificare fosse a tempo.
Ciao