00 26/04/2010 12:28
Cara Roberta,
ho letto le tue risposte ...
ecco ora io vorrei prima rigirarti,
quelle che avevo posto a Leda (tanto alle femminucce poetesse le farò
sempre ...) non te le linko perchè non so farlo, ma le copio ed incolllo qui con tutto il preambolo:

io sono uno di quelli, che fa a cazzotti con la teoria che vuole
sempre e cmq distinti l'artista (il poeta) dalla persona,
essendomi abbeverato alla teoria ed alla pratica de "il personale e politico!", quindi non riesco a "fidarmi" e compenetrarmi, o meglio a dialettizzarmi con un interlocutore che è solo versi o opere e niente vita reale;
nella fattispecie, alcune coordinate, mi sembrano fondamentali:
tipo il luogo di nascita e/o dove si vive e si opera, perchè faccio mia la lezione del Zanzotto, cioè: un poeta senza un paesaggio (non solo geografico) di riferimento(anche in conflitto con esso, Guccini docet: "piccola città bastardo posto appena nato lo compresi" eccetera) non dico che non è un poeta ma è mancante di più d'una cosa ...
Poi m'interessa la sua formazione culturale (non il curriculum) cioè i suoi Maestri e le sue letture preferite e via di seguito (caratteristiche di vita esperienze inerenti l'ispirazione) ...
Ecco queste domande non le ripeterò ogni volta, e nè obbligherò a rispondermi, ma da ciò dipende lo stabilirsi d'un rapporto corretto e
dialettico, per qel che mi riguarda ...


Ora due domande peculiari per te:
- pensi che ci sia differenza tra la scrittura al maschile e al femminile?
se sì quali caratteristiche assumono nella tua?

- questa è collegata al preambolo, ma anche alla limitata lettura
(da parte mia) dei tuoi scritti, non riesco a collocarti in un paesaggio definito, non ho colto specificità nelle tue poesie,
se mi è sfuggito ti prego segnalamelo se è una scelta ti chiedo il perchè?

e collegato alle tue risposte:
(...) è vero che la scrittura è un continuo scandagliare sè stessi,
ma anche il mondo e l'Altro devono incuriosire, dare imput, ispirazioni alla poesia, tu lo fai?
se è sì dammi qualche delucidazione del come e del perchè;
se no, in qualche modo non ti sembra un tantino abitrario l'uso
"egotico" della scrittura (quest'ultimna è valida anche in termini d'analisi generale cioè al di fuori del tuo poetare)?

Ciao e grazie in anticipo
RA


[Modificato da _RA_ 26/04/2010 12:30]
"(...)Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade,
nelle calme sere di settembre in cui sentivo
sulla fronte le gocce di rugiada, come un vino vigoroso;
in cui, rimando in mezzo a quelle ombre fantastiche,
come fossero lire, tiravo gli elastici
delle mie suole ferite, con un piede contro il cuore."
Arthur RIMBAUD