00 03/05/2010 13:34
Re:

Ho io adesso una domanda per te [SM=g8110]

Quali sono le poesie - di qualsiasi epoca e di qualsiasi "etnia" - sulle quali hai letteralmente pianto? Sì, proprio pianto calde lacrime (e non in senso negativo!) perché l'emozione era così forte da non sopportarla.

Dimmi [SM=g8155]





bhe, devo ammettere che piango di più leggendo i romanzi. piango sempre, o quasi! ahahahah

per le poesie, io credo che derivi molto dallo stato d'animo dell'istante preciso in cui le leggiamo. non c'è una poesia che ad ogni lettura mi abbia commosso allo stesso modo.

una volta piansi leggendo "forse un mattino andando in un'aria di vetro" - Montale, una volta ho pianto leggendo "non voglio che tu muoia" - Merini.

una volta ho pianto ascoltando le seguenti parole di un poeta cubano: Reynaldo Arenas

THE PARADE ENDS

"Cammino lungo strade sprofondate, per le fogne che si disfano davanti a edifici che devi schivare, perchè ti cadrebbero addosso, davanti a facce torve che ti scrutano e ti giudicano, davanti a negozi chiusi, mercati chiusi, cinema chiusi, parchi chiusi, caffè chiusi, che a volte espongono cartelli polverosi giustificazioni e chiarimenti, CHIUSO PER RESTAURI, CHIUSO PER RIPARAZIONI. Che genere di riparazioni? Quando saranno finite queste cosidette riparazioni? O almeno, quando inizieranno? Chiuso…chiuso…chiuso… tutto chiuso… Io arrivo, apro innumerevoli lucchetti e salgo di corsa scale di fortuna. Eccola lì, mi stava aspettando. La prendo, le tolgo la custodia e contemplo la sua forma polverosa e fredda. Le tolgo la polvere e comincio ad accarezzarla. Delicatamente le pulisco il retro, la base e i lati. Mi sento disperato e felice con lei, passo le dita sui suoi tasti e improvvisamente tutto si mette in moto. Un tac tac, un tintinnio, la musica comincia piano piano, poi più veloce ora, a tutta velocità. Mura, alberi, strade, cattedrali, volti e spiagge, celle, piccole celle, celle enormi, notti stellate, piedi nudi, pini, nuvole, cento, mille, un milione di pappagalli, uno sgabello e una pianta rampicante. Rispondono tutti e accorrono tutti al mio richiamo. I muri retrocedono, il tetto non c’è più e tu fluttui con naturalezza, fluttui, galleggi, sradicato, trascinato, innalzato, sollevato, trasportato, immortalato, salvato e tutto per quella minuscola e continua cadenza, per quella musica, per quel tac tac incessante.”

e una volta leggendo la poesia di uno come noi. si chiama Alex Manunta e questa poesia mi ha coinvolto fino allo spasimo.

Coraggio

per aver perduto
hai perso, e
senza coraggio

..

non è solo l'infanzia
in quel sorriso armato
duro da smantellare
come tutto quello, che poi
sta ad un cielo mantenere lì
da rimanerci appesi
con il collo piegato a foglio
e una fronte
un vassoio di luce
e sonno:
è sempre tanto il sonno

-Coraggio-

anche le pietre ne hanno
rotolate ai piedi
di un monte di mira
dell'alto di un impatto di echi
per quell'urlo cacciato al tempo
ora così perennemente andato
a trascorrere il silenzio
dopo il rumore
dopo tutto il rumore
del vento a tormentare i rami
a sollevare polvere
ad abbottare vele ormai lontane
sparite con tutto l'orizzonte

-Coraggio-

accettati per come non sei
gioisci di quello che hai avuto
e non interrogarti
se lasci ad indurire una risposta
all'aria dei giorni mandati
ai morsi dell'ombra
al buio della credenza come il pane
che non si è consumato
perché è troppo vile l'appetito
e troppo tarda è la fame

-abbi coraggio, e pensa-

quanta è la fortuna
ad essere sciocchi
e potere ancora ridere
e poter piangere
per un niente

..davvero

per un niente.




non chiedetemi il perchè. [SM=g8127]




[Modificato da Maredinotte 03/05/2010 13:35]

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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