00 23/06/2010 19:32
Così, come tempo,
intreccia i suoi sguardi,
senza un nodo, elegante e semplice,
precisa per ogni occasione,
cattura, ogni piccola tensione.

La bellezza senza un limite,
oggi è scura,
scuote nervosamente la schiena,
come una puledra nera, per cacciar via le mosche...

Domani son labbra carnose,
posate leggere ai bordi,
passaggio di malinconie ubriache al mio sguardo.

Sarei me stesso, donna,
ingoierei la mia anima,
mutandola femmina in interminabili prati di papaveri,
lumache dormienti agli steli,
nei loro segreti in spirali,
semplici per i suoi occhi...

Ingannerei il custode,
sciogliendo le chiavi per farne anelli,
sposando un canto di allodola,
sprofondati in un letargo
compenetrati e illesi.
[Modificato da Pedro Navarra 23/06/2010 20:02]