1.se la poesia fosse una donna, come sarebbe? (descrivicela nei dettagli, per fisicità, carattere e gusti)
Beh...
se fosse donna, credo che apparirebbe a miei occhi giovane.
Giocosa, capricciosa, benigna e magica, forse una strega non ancora pratica negli incantesimi, ma comunque talentuosa.
Si chiamerebbe dona Soledad,
anzi, si chiama così.
Soledad è mora, di solito, carnato scuro, credo che abbia origini indiane, ed occhi neri.
Ha un corpo che si intona perfettamente con la natura intorno: diciamo che magicamente è cangiante: così anche il colore dei capelli e degli occhi.
Lo sguardo non è facile da sostenere a lungo:
apre a visioni talvolta chiare, altre volte oniriche e spesso inaspettate.
I suoi occhi sono porte, passaggi e filtri per il mio sentire.
Soledad sa davvero farsi amare, come sa scappare, nascondersi e farsi sempre ritrovare...ripeto, ama giocare, ma solo con chi corrisponde.
Lei non guarda se sono spettinato, se ho la barba fatta, se sono elegante o in pigiama, ma usa i miei occhi, come io uso i suoi.
La nostra storia è un tiraemolla con alti e bassi: i picchi dell'estasi sono così elevati che vale la pena di rischiare un infarto o una depressione da abbandono.