00 16/02/2011 21:55
io colgo limiti in quello che esponi e di rimando, invece di capire il senso reale delle mie parole, ne scorgi altri nel mio punto di vista.

Leo, io ti ho fatto degli esempi, tu quando parli non ti accorgi (presuppongo) della saccenza che metti in ciò che dici e sai, ad un certo punto può pure sfiancare. Io non confondo poesia con lirica e conosco benissimo le varie arti, se non altro per la mia laurea umanistica, quindi, non ho bisogno di una spiegazione in merito, ma posso offrirmi semmai per una lezione supplementare [SM=g8217] .

Mi sembra di non aver mai staccato lo scrittore dal "suo" presente, ho piuttosto detto che va "sentito" con ogli occhi odierni e non con uno sguardo critico del passato. Che oggi scriviamo così, vent'anni fa no e tra venti neanche (e quindi, diciamo la stessa cosa in modi diversi).

Per tutto il resto, non ho mai parlato di assoluto, ma di "molte persone" e naturalmente, non stacco l'io razionale ed emozionale sempre! ma talvolta, accade in fase di scrittura! e dovrebbe accadere anche in lettura. La poesia necessita anche (soprattutto) di emozione quando la si legge e non solo di uno sguardo killer, pronto a vivisezionare ogni virgola. Con questo tipo di approccio, ricordo mi fu presentata la POESIA al liceo e la odiai, profondamente.




[Modificato da Francesca Coppola 16/02/2011 21:56]


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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