00 16/02/2011 22:32
Sì, io di fondo ho un'impostazione di fondo sociologico-filosofica, per cui tendo a sviluppare in maniera serrata il discorso, ripetendomi più di qualche volta, è diciamo un difetto professionale. Il problema è che non ci capiremo mai finché io sviluppo in discorso logico-critico e tu mi dici che è limitato perché è incapace di ascolto; allora per semplificare il malloppo e capirsi al volo, la tua opinione mi interessa su questi punti concreti

1) cosa significha ascolto dell'opera, in quali contesti è appropriato e in quali no.

2) Perché e in quale modo autore e opera sono intimamente legati

3) Il giudizio su un opera su quali categorie deve basarsi: Estetico-formali, morali, storico-sociologiche, ecc? Si possono mixare i vari approcci o sono incompatibili?

4) In che rapporto sta il sottogenere lirica con gli altri sottoinsiemi (esempio epica), quali i punti di contatto e quali le differenze?


ovviamente le 4 domande sono aperte a tutti.








[Modificato da Nihil. 16/02/2011 23:00]
"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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