00 17/02/2011 12:04

così mi pare più sensato:

1. ascoltare l'opera e non semplicemente leggerla, significa lasciarsi trasportare dalle emozioni/suggestioni/atmosfere che emana. Vuol dire, andare oltre la forma, la strutturazione e il significato apparente. Questo non significa necessariamente non supervisionare anche l'aspetto formale, ma guardare anche altro. Spesso in un verso si racchiude moltissimo. Tu, Leo, secondo il mio parere non riesci ad accostarti alla poesia con "magia" e ti dico anche che probabilmente il tuo approccio è dovuto al tuo leggere molto, (sì, paradossalmente sì) e ciò si riflette anche in quello che scrivi che appare sempre molto distaccato, quasi un esercizio.
E così le molte parole che affollano ciò che leggi perdono di significato e di quel "non so che" che fa di un'accozzaglia di parole, una poesia degna di essere "sentita".
In quale contesto dici? per me, la poesia in senso letterale del termine va sempre ascoltata, sia che parli d'amore, di politica, di ribellione, di fede, d'intimità, di natura, di storia, di riflessione ecc.



2. perchè opera e autore sono legati? mi sembra lapilissiano. E' come chiedere perchè sullo stesso tema, io mi esprimo in una data maniera e tu in un'altra. Se parlo della solitudine ad esempio, io l'approccio in maniera diversa da te, perchè differente è il mio punto di vista, perchè diverse sono le mie esperienze, la mia cultura di base, la mia sensibilità. L'opera è legata sempre all'autore, perchè la scrive lui, perchè la "sente" e la "vede" in quei termini, perfino quando parla degli altri, è il "suo occhio" a parlarne. Poi naturalmente può accadere che tale situazione empaticamente venga accolta e compresa dagli altri, ma parte da un punto soggettivo e il fine diciamo dovrebbe essere quello di renderlo universale. Perchè Leo, tu credi che quanto scrivi non sia legato a te, piuttosto ti vorrei chiedere.

Oppure più semplicemente, diciamo che oggi facciamo che ognuno scrive della propria città e diciamo che io e robby, pur appartenendo alla stessa, ne scriveremo in maniera diversa, magari affrontandola da spunti differenti. La differenza non è data solo dal contesto, ma soprattutto da ognuna di noi.


3. Il giudizio su un'opera su quali categorie deve basarsi: Estetico-formali, morali, storico-sociologiche, ecc? Si possono mixare i vari approcci o sono incompatibili?
l'ideale sarebbe quello di farne un mix, ma diciamo che dovrebbe essere naturale. Es. tu invii una raccolta di tue poesie per farla recensire a critici diversi, perchè mai ognuno ne parlerà in maniera diversa? magari ci saranno aspetti in comune, certamente, ma ognuno si approccerà secondo il suo metodo, scelto o no. Davvero interessante sarebbe l'analisi a tutto tondo, diciamo che quanti potrebbero riuscirci?


Per la quarta ho bisogno di più tempo.




"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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