00 27/07/2011 10:28
ho seguito la discussione sia qui, sia sul forum in cui hai postato il tuo intervento, sia un po' su alcuni quotidiani.
in effetti non so cosa dire... recentemente ho anche compilato un questionario sulla fruizione della poesia e sui motivi per i quali la poesia è poco letta e venduta. in alcuni momenti mi sono trovata in difficoltà, perchè suppongo sia un problema sia di marketing e sia di poca educazione alla parola poetica. le due cose sono legate insieme in un circolo vizioso: se non c'è la cultura della poesia non ha senso investire in pubblicità per sponsorizzarla, d'altro canto, se nessuno ce la fa conoscere come si fa con i titoli dei romanzi, non potrò comprarla nè imparare ad apprezzarla. non a caso tutti ci inventiamo poeti ma poi... quanta ne leggiamo? e come facciamo a sapere quali voci poetiche leggere tra il mare infinito di titoli in circolazione e così poco conosciuti? è vero, alcuni nomi onnipresenti soprattutto in internet ci sono, ma se dovessi dire che sono i più interessanti, allora davvero crederei che la poesia è morta. credo invece che da scoprire sia quella sommersa, ma è molto, troppo difficile.
e poi come fare a definire universalmente la qualità poetica? come fare a definire un canone?
come anche tu, fiorella, dicevi, non si può considerare canone assoluto quello da sempre conosciuto. i tempi cambiano e la poesia è mutevole con la storia e la società. bisogna trovare e accettare e affinare nuovi linguaggi, inventare nuovi canoni. ma bisogna essere pronti a farlo, incuranti anche del giudizio della critica.
ma per farlo non c'è forse bisogno di riunirsi? di discutere? di trovare linee comuni? e allora non ci saranno sempre dei gruppi diversi con diversi pensieri al riguardo? e la natura umana non li vorrà sempre in competizione tra loro?
e d'altro canto la poesia non è uno scavo intimo che si consuma all'interno di noi stessi?

insomma, avrei da riordinare le idee in proposito, perchè ci sono troppe domande, spesso contrastanti e io mi ci perdo dentro.

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
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