00 10/07/2011 11:57
hai ragionissima, Fiore! come in apertura del mio primo reply, ribadisco che la critica è uno strumento troppo veicolante e che spesso offusca la luminosità di artisti degni di tale nome mentre accentua luci anche fievoli di altri personaggi con poco da dire e male. questo avviene che tu sia vivo o morto, purtroppo.
proprio l'altro giorno però ascoltavo un servizio su come la critica tradizionale abbia ormai un ruolo marginale nel decretare il successo o l'insuccesso di qualsiasi cosa, da beni e servizi fino ad artisti, per merito/colpa della globalizzazione e di internet.
non so se sia un bene o meno, ma ormai con i social network, i forum e i blog dove chiunque può esprimersi in piena libertà, le opinioni viaggiano incuranti della critica tradizionale e sono molto più potenti di essa perchè esponenzialmente maggiori e molto più veloci.

solo che la morte ha un grande fascino ed è un fenomeno diffuso quello di diffondere notizie e di interessarsi alla vita e alle opere di un artista appena morto, piuttosto che di uno vivo. appena muore un cantante, uno scrittore, un uomo della politica, uno dello spettacolo, subito escono fuori raccolte e discografie complete, opere omnie, biografie, subito si spettacolarizza l'accaduto e poi, come si dice e come succede anche tra le persone comuni, si è mai visto qualcuno parlare male di una persona appena morta? erano tutte brave persone, grandi persone, generose, coraggiose, buone, colte, intelligenti... insomma, il fenomeno non mi stupisce! [SM=g8166]

mi ripugna la disonestà intellettuale della critica, riguardo ai morti e ai vivi, che fa strumento del suo potere consapevolmente e deliberatamente ignorando voci piuttosto che altre per motivi molto lontani da quello che dovrebbe essere il motivo cardine dell'esistenza della critica: la bellezza intesa in senso lato.

"La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
robertadaquino.wordpress.com