00 23/07/2011 19:49
Clodia forse abbiamo letto 2 articoli diversi: non si parla dello strapotere dei critici, ma del fatto che sono frantumati in così tante correnti e correntine che di fatto non hanno più alcun potere, se non la costruzione di mini-cricche dal venduto di 250 copie. Basta fare 2 calcoli: il margine di guadagno dell'autore a copia è del 20%, una raccolta costa in media 13 euro (10 se acquistata direttamente dall'editore o in una fiera di settore), questo significa che un autore guadagna 2,5 euri a copia, facendo un rapido calcolo: 2,5x250=625!!!! contando che la promozione è organizzata dalla casa editrice ma le spese di trasferta le paghi tu, il guadagno è inesistente. Se facciamo il medesimo calcolo per un best seller, si arriva a 2,5x1200=3000, siccome le condizioni sono le medesime, di fatto con la poesia ti prendi uno stipendio all'anno in più. Una cosa di cui invece mi sto accorgendo col tempo e che per chi non frequenta l'ambiente potrebbe sembrare strana, è il fatto che più che le posizioni estetiche conti ancora molto l'appartenenza politica, infatti c'è ancora una forte divisione fra progressisti (non esistendo più veri e propri comunisti) e cattolici (che comprendono un pò tutto quello che sta a destra del PD, dato che una destra poetica non è mai esistita), con esclusioni vicendevoli da eventi poetici di interesse, privilegi nell'assegnazione di premi e riconoscimenti, ecc
insomma, una tessera di partito è ancora un buon punto di partenza per la scalata all'olimpo della gloria letteraria [SM=g8228]

"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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