00 24/07/2011 19:54
Ho seguito con attenzione gli articoli apparsi su Corriere, Unità, Avvenire e Repubblica del mese di Luglio 2011. I critici che li hanno firmati sono tutti più o meno autorevoli, e l'istantanea della poesia che esce dalla lettura è. a dir poco, desolante: pare che di poeti "veri" ce ne siano pochi o nessuno del tutto. I critici si astengono dall'indicarne i nomi, se non in qualche caso, e si tratta sempre di poeti avanti con gli anni e pluridecorati. Le voci femminili, infine, ho notato che non vengono quasi mai menzionate, o menzionate in negativo: clamorosa l'affermazione del critico circa la "fortuna biografica" della Merini, la cui produzione sarebbe stata ben accolta solo perché la poetessa ha saputo vendere la sua malattia; mi chiedo perché non basti eventualmente stroncare sul profilo tecnico un poeta, e mi rispondo che ci si aggancia alla biografia probabilmente quando non si hanno altri argomenti, così come si è fatto per secoli di fronte al meccanicismo/pessimismo leopardiano.
Invece di continuare a sostenere che l'unica consacrazione risiede nella carta stampata, che sorgono in rete sedicenti poeti come funghi nel bosco; invece di arroccarsi su posizioni teoriche, di rispolverare il canone (quale, dopo le neoavanguardie, la poesia/prosa di Pavese, e tutte le sperimentazioni/contaminazioni degli ultimi trent'anni?), di considerare il web come una discarica, si dovrebbe correggere la visuale e togliere qualche paramento (laico, ecclesiastico, commerciale o semplicemente ottico) che ingombra la mente degli intellettuali attualmente accreditati nel panorama letterario.
E' chiaro che la poesia richiede una sua tecnica nel comporre, una sua peculiarità che si è tramandata nei secoli, pur essendo stati operati dei profondi cambiamenti dagli stessi poeti. Tuttavia, è altrettanto chiaro - a mio defilato parere - che l'arte è soggetta al gusto, e che il gusto lo fanno le persone, la loro cultura, i mutamenti storico-sociali, e molte altre variabili. Infine, ma non ultimo per importanza, c'è il "sentire": potete darmi un libro di un poeta contemporaneo o passato, che è universalmente considerato eccelso, e io lettore ho la facoltà di dire che non mi trasmette niente a livello emotivo.

Questo ciò che penso.


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"Se tu la mia tomba vorrai sfiorare con le delicate mani poni una pietra di ferro e di peso sulla bianca lastra che mi copre, e tu scriverai il verso che chiude l'intenso paragone."
Amelia rosselli