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V (eido)

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    daltonsuperfux
    Post: 118
    00 07/11/2011 13:08
    prende un respiro a volere dir molto
    ingrossa il gesto -un'attesa impietosa-
    rantola un poco inetto e capovolto
    potessi urlare "e parla di' qualcosa!"


    Casa mia è posta ai piedi di monti verdi./Mi piace salire sopra quei monti verdi;/Ma sui monti verdi non ci posso salire:/Come ci salgo mi viene la malinconia.
    Hen Xun
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    Versolibero
    Post: 793
    00 08/11/2011 04:29
    Re:

    prende un respiro a voler dire molto
    ingrossa il gesto - un'attesa impietosa -
    rantola un poco inetto e capovolto
    potessi urlare: "e parla, di' qualcosa!"



    Andiamo a sbirciare nel campo della filosofia, eh? [SM=g8110]

    Non so esprimere un giudizio ma sono convinta che queste quartine andrebbero viste in un contesto in cui si identifichi un soggetto di riferimento, così pare quasi un non sense che contrasta con la specificità a cui dovrebbe riferirsi l'ultimo verso;

    gli unici suggerimenti che potrei darti sono questi:
    - usare la punteggiatura nell'ultimo verso per aumentarne la scansione ritmica, la perentorietà degli imperativi.

    - nel primo, invece, con un gioco di accenti ritmici che sposti il secondo dalla settima sillaba sull'ottava, darei rilievo a "dire" piuttosto che a "volere", poiché meglio definisce, secondo me, il campo semantico con l'ultimo verso.
    Almeno io leggo il tuo primo verso così:

    Prende un respìro a volère dir mòlto

    il mio lo leggo così:

    Prende un respìro a voler dìre molto


    Qualche perplessità ce lavrei sul secondo verso, ma non saprei cosa suggerire.

    Ciao







    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    daltonsuperfux
    Post: 118
    00 08/11/2011 12:03
    grazie rosanna per essere passata, apprezzo molto i tuoi consigli.

    questa è una quartina scritta molti anni fa, appartenente ad una serie di quartine scritte molti anni fa, la cui particolare caratteristica è appunto la mancanza più o meno apparente di senso - stimolata da una certa arte dadaista e surrealista- (per quanto riguarda le precedenti quartine che ho postato, credo sia abbastanza evidente che il soggetto di riferimento sia "io").
    l'ho postata qui, e credo che posterò altro da quella stessa raccolta, perchè quelle quartine non mi piacciono e ho intenzione di rimetterci le mani, e qui sono sicura di trovare suggerimenti interessanti.

    accettato in pieno il consiglio che riguarda il primo verso, e l'uso della punteggiatura. non ti nascondo che anche io sono perplessa riguardo ai versi centrali.
    ciau


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    Hen Xun
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    Nihil.
    Post: 711
    00 08/11/2011 12:34
    Il soggetto potrebbe essere l'inconscio, capovolto da contenitore di archetipi a recipiente di contraddizioni inesprimibili, e forse inutili.
    D'accordo con Rosanna sugli aggiustamenti.

    "Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

    No Copyright: copia, remixa, diffondi.






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    daltonsuperfux
    Post: 118
    00 08/11/2011 13:42
    bah se le contraddizioni dell'inconscio fossero inutili non ci sarebbe bisogno di scrivere poesie, e se la logica dell'inconscio non si mescolasse, inavvertitamente, alla coscienza nel determinismo del nostro comportamento e del nostro pensiero di certo la nostra vita e la nostra storia sarebbero molto diverse -diverse in modo negativo, poi dipende dai punti di vista, sicuramente non avremmo scritto e non scriveremmo poesie-. diciamo che fa comodo pensare che le istanze dell'inconscio siano inutili, o che l'inconscio sia mero recipiente di archetipi, in fondo l'inconscio è il tabù per eccellenza: facciamo e abbiamo fatto sforzi immani per tenerlo a bada, e per costruirci sopra faticosamente la nostra coscienza. ma il terreno su cui abbiamo edificato è sempre quello: l'instabile e molle fondo oscuro dell'esistenza -nietzsche lo chiamava "spirito dionisiaco" o "indifferenziato"- ed è in quello che affondano le proprie radici, l'arte, la poesia, il sogno e, in fin dei conti, noi stessi.

    ad ogni modo queste contraddizioni sono parzialmente esprimibili ed evidenti ad un occhio allenato, ma non credo che questa quartina ci abbia niente a che fare.
    quindi, per quanto mi riguarda,nihil, quando dici, "...contraddizioni inesprimibili, e forse inutili", per me è come se dicessi: quello che produco forse è inutile, scrivere forse è inutile, quello che ho dentro forse è inutile, io forse sono inutile. non credo che sia così.


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    Hen Xun
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    Versolibero
    Post: 793
    00 22/12/2013 16:46
    ma dove sei finita?

    Mi ero appassionata alle tue quartine, anche se in rima essendo poesie così brevi che la rima non disturba.

    Ciao. Un saluto se passi di qui. [SM=g8320]


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    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    Versolibero
    Post: 793
    00 11/08/2015 23:43
    silenzio...

    peccato.


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    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)